Tutto parte dal “whatever it takes” di Draghi: nuovi rumor su aiuti Bce all’Italia tramite OMT
E’ noto come OMT ed è un acronimo che è stato lanciato dalla Bce, una settimana circa dopo lo storico discorso con cui, il 26 luglio del 2012, nel pieno del caos dei mercati, Mario Draghi proferì la frase magica “whatever it takes”.
“Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough”: ovvero “Nell’ambito del suo mandato, la Bce è pronta qualsiasi cosa serva per preservare l’euro. E credetemi, sarà abbastanza”.
E’ in questa frase “whatever it takes”, che deve farsi risalire il programma OMT, che la Bce lanciò per l’appunto qualche giorno dopo.
L’acronimo sta per Outright Monetary Transactions: si tratta praticamente di un programma che permetterebbe alla Bce di acquistare bond di breve termine nel mercato secondario, allentando così la pressione sui tassi.
Tale programma non è stato in realtà mai attivato ma ora, nel pieno della discussione sulla fine che farà l’Italia, a rischio di una procedura di infrazione per violazione delle regole sul debito Ue a causa della sua manovra finanziaria, trader e analisti ne tornano a parlare, anche per analizzare le opzioni a cui Roma potrebbe ricorrere, nel caso in cui si trovasse nel bel mezzo di una crisi ingestibile, innescata magari dagli squali della speculazione proprio per le tensioni con Bruxelles.
A tal proposito, come ha detto lo stesso presidente della Commissione Finanze al Senato Alberto Bagnai nella giornata di oggi, non c’è alcuna fuga dai titoli italiani anche se, soprattutto dopo l’asta deludente del BTP Italia, i dubbi sulla resilienza dei bond made in Italy sono piuttosto numerosi.
Stamattina sono circolati gli ennesimi rumor secondo cui la Bce sarebbe disponibile ad aiutare l’Italia, in caso di crisi, proprio con il piano OMT.
Non si tratta in realtà di indiscrezioni bomba, né di una notizia clamorosa, visto che era stato in realtà lo stesso Mario Draghi, lo scorso 25 ottobre, a ricordare che “l’OMT è in generale uno strumento di gestione delle crisi, insieme all’ESM” (Meccanismo europeo di stabilità, dunque Fondo Salva-Stati).
Detto questo, un tale aiuto presuppone una disciplina non di poco conto, ovvero che Roma intanto faccia richiesta di un piano di salvataggio – chiamasi anche bailout -, adeguandosi ai diktat di Bruxelles. Solo in quel caso la Banca centrale europea interverrebbe.
Della possibilità di lanciare il salvagente OMT all’Italia si è parlato tra l’altro anche all’inizio di ottobre, sulla scia di alcuni rumor che hanno praticamente messo in evidenza l’ultimatum di Draghi & Co all’Italia.
Cinque fonti senior interpellate da Reuters avevano riportato che la Bce non avrebbe salvato né l’Italia né le sue banche, nel caso in cui il paese si fosse trovato ad affrontare una grave crisi di liquidità, a meno che non fosse stato raggiunto prima un accordo di bailout tra Roma e Bruxelles.
In poche parole, l’ultimatum di Francoforte era stato il seguente: “Obbedite all’Ue, o non vi salveremo”.
Le regole dell’Unione europea stabiliscono che la Bce non ha l’autorizzazione ad aiutare un qualsiasi paese dell’Eurozona, a meno che lo stesso non abbia già raggiunto un accordo di bailout con Bruxelles, attraverso cui possa essere aiutato in cambio di riforme economiche severe. Dunque, in cambio dell’austerity.