Tutti in attesa di Bce e payrolls
Giornata altalenante per il dollaroyen. Sceso fino a 100,79 dopo la pubblicazione della stima relativa le buste paga del settore privato elaborata dalla società Adp, il cross tra il biglietto verde e la divisa nipponica è tornato a salire, azzerando quasi del tutto le perdite, in scia dell’Ism servizi.
A gennaio il saldo delle buste paga del settore privato della prima economia è risultato positivo per 175 mila unità, 10 mila in meno rispetto alle stime, mentre l’indice che misura il sentiment dei direttori degli acquisti del terziario è cresciuto più delle attese passando da 53 a 54 punti.
Indicazioni negative per la prima economia tendono a penalizzare il biglietto verde perché potrebbero spingere la Federal Reserve a rallentare il processo di ritiro delle misure di stimolo. Per avere un quadro più completo della situazione bisognerà attendere gli aggiornamenti che saranno diffusi venerdì dal Dipartimento del lavoro.
Indicazioni simili anche per l’eurodollaro il cui d-day è invece previsto per domani quando si riunirà il board della banca centrale europea. L’inattesa discesa del tasso di inflazione al +0,7% annuo a gennaio, lo stesso livello di ottobre, ha fatto tornare d’attualità l’incubo-disinflazione spingendo gli analisti a pronosticare per la riunione di domani un nuovo taglio dei tassi o l’approvazione di nuove misure non convenzionali.
Secondo alcuni commentatori l’istituto guidato da Mario Draghi potrebbe mettere in campo nuove operazioni di finanziamento a lungo termine riservati esclusivamente alle banche che elargiscono prestiti alle imprese (un provvedimento simile a quello messo in campo dalla Bank of England). L’agenzia Bloomberg ha invece riportato l’indiscrezione secondo cui la Bce potrebbe decidere una sospensione del programma sterilizzazione della base monetaria creata con il Smp (Securities Markets Programme, il piano che di acquisto di titoli di debito pubblico sul mercato secondario) incrementando così la liquidità per 175 miliardi di euro.
In questo contesto il cambio tra la moneta unica si conferma in quota 1,35 (1,3535, +0,15%) mentre l’incrocio con la divisa nipponica arretra a 137,13 (-0,2%).