Corruzione: in Italia costa 60 mld all’anno, la metà dell’intera Europa
Ne esce malissimo l’Italia dal rapporto stilato per la prima volta dalla Commissione europea sulla corruzione in Europa. Secondo i dati diffusi oggi, la corruzione costa al Paese 60 miliardi all’anno, praticamente la metà di quanto costa all’intera economia europea (120 miliardi). Alla base una sfilza di problemi: conflitto d’interesse, leggi ad personam, lunghezza dei processi e conseguente prescrizione, collusioni tra politica, imprenditoria e criminalità, appalti truccati. Ce n’è per tutti i gusti.
Corruzione, ma quanto ci costi?
In una economia già afflitta dalla crisi economica, pesa anche il macigno della corruzione. La Corte dei conti ha rilevato che i costi diretti totali della corruzione in Italia ammontano a 60 miliardi di euro l’anno (pari a circa il 4% del Pil!). A questi si devono aggiungere i costi economici indiretti (derivanti per esempio dai ritardi amministrativi, dal cattivo funzionamento dei pubblici uffici, dall’inefficienza o addirittura dall’inutilità delle opere e dei servizi pubblici, dalla perdita di competitività, dal calo degli investimenti ecc.), che solo per le grandi opere pubbliche sono stimati attorno al 40% dei costi dell’appalto. Secondo alcuni studi sullo sviluppo dell’economia sommersa, la percentuale in Italia raggiungeva il 21,5% del PIL nel 2012.
La fotografia scattata da Bruxelles
Nel rapporto della Commissione europea si legge che “in Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo sono oggi tra gli aspetti più preoccupanti, come testimonia l’elevato numero di indagini per casi di corruzione, tanto a livello nazionale che regionale”. Uno studio del 2010 a cura del Center for the Study of Democracy considera il caso italiano tra i più esemplari per capire quanto stretti siano i legami tra criminalità organizzata e corruzione.
Il rapporto Ue rileva una lunga lista di ambiti in cui dilaga la corruzione in Italia: oltre ai legami tra le alte sfere politiche con i criminali, la Commissione europea punta il dito contro il finanziamento dei partiti politici, le leggi ad personam e i termini di prescrizione, il conflitto di interesse e le false dichiarazioni patrimoniali, oltre che gli appalti pubblici truccati. E sebbene la recente legge anti-corruzione rappresenta un passo in avanti, c’è ancora molto da fare. Secondo la Commissione europea, infatti, la nuova legge italiana contro la corruzione “lascia irrisolti” diversi problemi perché non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l’autoriciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio.
La fotografia scattata dagli italiani
Non si discosta molto la fotografia che viene scattata dagli stessi cittadini italiani e resa pubblica nel rapporto. Il 97% dei rispondenti (la seconda percentuale dell’Unione in ordine di grandezza) ritiene che la corruzione sia un fenomeno dilagante in Italia (contro una media Ue del 76%) e il 42% afferma di subire personalmente la corruzione nel quotidiano (contro una media Ue del 26%). Per l’88% dei rispondenti italiani corruzione e raccomandazioni sono spesso il modo più semplice per accedere a determinati servizi pubblici (contro una media Ue del 73%). La mancanza di fiducia nelle istituzioni pubbliche risulta molto diffusa. Secondo i dati raccolti dal sondaggio, le figure pubbliche verso le quali vi è maggior sfiducia sono i partiti politici, i politici nazionali, regionali e locali e i funzionari responsabili dell’aggiudicazione degli appalti pubblici e del rilascio delle licenze edilizie.