Calo inflazione eurozona fa crescere pressioni su Bce per taglio tassi
A una settimana dalla prossima riunione della Bce, in agenda il 6 febbraio, crescono le pressioni per una nuova sforbiciata al costo del denaro. Aumentano infatti le pressioni deflattive con l’indice dei prezzi al consumo dell’area euro sceso a sorpresa a gennaio.
Inflazione sotto l’1% per il quarto mese consecutivo
La lettura preliminare diffusa oggi dall’Eurostat vede l’inflazione dell’eurozona scesa allo 0,7% annuo dallo 0,8% fatto registrare a dicembre. Il consensus Bloomberg era invece per un rialzo allo 0,9%. Già ieri l’inflazione tedesca si era mostrata più bassa del previsto all’1,2% annuo rispetto all’1,3% atteso.
La lettura preliminare diffusa oggi dall’Eurostat vede l’inflazione dell’eurozona scesa allo 0,7% annuo dallo 0,8% fatto registrare a dicembre. Il consensus Bloomberg era invece per un rialzo allo 0,9%. Già ieri l’inflazione tedesca si era mostrata più bassa del previsto all’1,2% annuo rispetto all’1,3% atteso.
“Con l’inflazione tedesca sotto il consenso e alcuni rischi ribassisti per l’inflazione della zona euro – rimarcavano oggi gli analisti di Credit Suisse prima dell’uscita dei dati Eurostat – le indiscrezioni sulle possibili azioni della Bce aumentano”. Secondo gli esperti della banca elvetica l’Eurtower non farà nessun annuncio la prossima settimana.
Il precedente dello scorso novembre
E’ il quarto mese consecutivo che l’inflazione si mantiene sotto l’1%, meno della metà del target del 2% indicato dalla Bce. La discesa del’inflazione proprio allo 0,7% aveva fatto scattare lo scorso novembre il taglio dei tassi da parte della Bce al nuovo minimo storico dello 0,25%.
E’ il quarto mese consecutivo che l’inflazione si mantiene sotto l’1%, meno della metà del target del 2% indicato dalla Bce. La discesa del’inflazione proprio allo 0,7% aveva fatto scattare lo scorso novembre il taglio dei tassi da parte della Bce al nuovo minimo storico dello 0,25%.
Reazione ribassista per l’euro che però resiste sopra 1,35 $
Pronta la reazione del mercato. In particolare sul valutario l’euro è sceso fino a 1,35175 dollari, a ridosso dei minimi degli ultimi due mesi. Euro in calo anche rispetto allo yen a quota 138,5. In aumento gli acquisti sul Bund tedesco con il rendimento del decennale sceso all’1,66% e quello del biennale sotto lo 0,08%.
Pronta la reazione del mercato. In particolare sul valutario l’euro è sceso fino a 1,35175 dollari, a ridosso dei minimi degli ultimi due mesi. Euro in calo anche rispetto allo yen a quota 138,5. In aumento gli acquisti sul Bund tedesco con il rendimento del decennale sceso all’1,66% e quello del biennale sotto lo 0,08%.
Cresce attesa per meeting Bce del 6 febbraio
Per la riunione Bce di giovedì prossimo il consensus Bloomberg vede un nulla di fatto con tassi di interesse fermi allo 0,25% e tasso sui depositi a zero. Recentemente si sono espresse per un prossimo taglio dei tassi Commerzbank e Barclays Plc. Entrambe vedono entro marzo un taglio del tasso di interesse allo 0,1 per cento e del tasso sui depositi a -0,1%.
Per la riunione Bce di giovedì prossimo il consensus Bloomberg vede un nulla di fatto con tassi di interesse fermi allo 0,25% e tasso sui depositi a zero. Recentemente si sono espresse per un prossimo taglio dei tassi Commerzbank e Barclays Plc. Entrambe vedono entro marzo un taglio del tasso di interesse allo 0,1 per cento e del tasso sui depositi a -0,1%.
“Per quanto riguarda le condizioni del mercato monetario e il loro potenziale impatto sulla nostra posizione di politica monetaria – ha dichiarato Mario Draghi, presidente della Bce, a margine del meeting del 9 gennaio – stiamo monitorando da vicino gli sviluppi e siamo pronti a prendere in considerazione tutti gli strumenti disponibili”.