Trump minaccia sanzioni potenti contro la Turchia, lira scende ma non affonda. Trader scettici
Donald Trump promette “potenti” sanzioni contro la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, per gli attacchi che sta sferrando nel nord della Siria: ma tra i trader, stando a quanto riporta Reuters, c’è scetticismo sulla reale intenzione della Casa Bianca di agire contro Ankara. E mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio annuncia un decreto per bloccare le esportazioni di armi in Turchia e l’Ue – come si legge nel comunicato del Consiglio degli Esteri – condanna l’azione militare” di Ankara in Siria, la lira turca sconta i timori di sanzioni americane, indebolendosi fino a 5,9315 nei confronti del dollaro Usa, al valore minimo dal 30 maggio scorso, dopo aver concluso le contrattazioni della scorsa settimana a 5,885.
Neanche il 2019 si è confermato un anno positivo per la lira turca, già reduce dalla forte crisi del 2018, che ha portato l’economia del paese a scivolare in recessione.
Nei confronti del dollaro, la valuta ha perso quasi il 12% dall’inizio dell’anno, scendendo del 4,8% soltanto nel corso di questo mese, scontando gli attacchi che Ankara e gli alleati siriani hanno sferrato e stanno sferrando contro le forze guidate dai curdi, nel nord est della Siria.
Attenzione, oltre alle minacce di sanzioni americane, anche alle dichiarazioni arrivate oggi dall’Unione europea, con il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg che, arrivando al Consiglio degli Affari Esteri a Lussemburgo, ha detto che l’Austria ritiene che i colloqui relativi all’adesione della Turchia all’Ue dovrebbero essere annullati in via formale.
Di fatto, riguardo alla candidatura della Turchia all’Ue, Schallenberg ha spiegato che : “è assurdo pensare a sanzioni per un Paese e allo stesso tempo parlare di adesione all’Ue”.
Le sanzioni Usa contro Ankara non spaventano però i trader intervistati da Reuters, che hanno affermato che crederanno alle misure punitive soltanto quando si materializzeranno.
Tra i motivi dello scetticismo c’è l’impressione che Donald Trump stia facendo ‘can che abbaia non morde’ se si considera che, già all’inizio di quest’anno, l’amministrazione americana aveva minacciato sanzioni contro la Turchia, che poi non sono mai entrate in vigore, per l’acquisto del sistema missilistico russo S-400.
“Dopo essere stati trascinati al rialzo e al ribasso dalla questione dell’S-400, i mercati non credono seriamente che Trump avrà il fegato di sanzionare in qualsiasi modo significativo la Turchia”, ha detto a Reuters Tim Ash, di BlueBay Asset Management.
A pagare la minaccia di sanzioni Usa sono stati anche l’azionario e l’obbligazionario della Turchia, con l’indice principale della borsa di Istanbul sceso al valore più basso da giugno.
I cds a 10 anni (credit default swap – contratti per assicurarsi contro il rischio di default dei titoli turchi) sono balzati al record in sei settimane, salendo di 11 punti base a quota 404.
Occhio al sottoindice dei titoli bancari, che ha ceduto oggi l’8%. (si ricorda che UniCredit controlla con una quota dell’82% insieme a Koc Holding la banca turca di Yapi Kredi anche se sono della fine di agosto le indiscrezioni secondo cui la banca guidata da Jean-Pierre Mustier vorrebbe disfarsi della controllata turca).
Nel commentare le possibili sanzioni Usa contro la Turchia Inanc Sozer, responsabile economista presso Turkey Macroview Consulting,ha affermato che, se la Turchia riuscirà a riportare quest’anno una crescita del Pil attorno allo zero, “sarà un successo”. Mentre invece, “se le sanzioni si materializzeranno l’anno prossimo, torneremo a parlare di contrazione, che potrebbe essere attorno al 5%”.