Trump, attacco a Made in Italy: a rischio 10% export food. Piaggio: Stop Vespa? La esporteremo da Vietnam
Le indiscrezioni del Wall Street Journal, secondo cui l’amministrazione Usa sarebbe pronta a sferrare un attacco commerciale contro l’Unione europea, imponendo dazi fino al 100% su alcuni prodotti – come la Vespa di Piaggio, l’acqua minerale Perrier, il formaggio Roquefort -, scatena le preoccupazioni di politici ed economisti.
A scendere in campo è stata la stessa Facebook Italia, con il manager Luca Colombo, che ha così commentato: “Il protezionismo per noi è un mezzo disastro, sta nella missione di Facebook di rendere il mondo aperto e connesso, per tanti attori di questo settore e tante piattaforme digitali è un controsenso”.
Sul caso si esprimono anche le autorità governative. Così Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico:
“In questo momento di tutto abbiamo bisogno tranne che di tensioni commerciali che non trovano giustificazione né nel contenuto, né, tantomeno, nel contesto del fondamentale rapporto strategico tra i due più importanti partner commerciali e di investimento al mondo”. Mentre lo stesso premier Paolo Gentiloni ricorda: “Protezionismi e muri non possono frenare la qualità (…) L’Italia è un paese aperto, di qualità e scambi”.
E parla anche uno dei diretti interessati, ovvero Roberto Colaninno, presidente e amministratore delegato di Piaggio che, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, si sfoga:
“Ma perché se la prendono con la Vespa, che cosa c’entra con la carne bovina? Purtroppo ho visto la notizia. Una guerra commerciale? Non lo so. Di certo non è un bacetto. Questa crociata protezionistica ci procura più un danno di immagine che finanziario. Altri marchi europei patiranno molto di più: l’austriaca Ktm, ma anche la tedesca Bmw“.
Come rispondere a questa minaccia?
“Non possiamo fare la guerra all’America. Speriamo che si sgonfi tutto. Comunque non sono sicuro che saremo toccati. Piaggio produce le Vespe anche in Vietnam. E non è ancora chiaro se questi nuovi dazi colpiranno il marchio e i codici che identificano i prodotti o il Paese che li produce. Perché se fosse una misura contro il Paese, noi potremmo aggirarla facilmente vendendo in America le Vespe prodotte in Vietnam”.
E Coldiretti lancia l’allarme: nel caso del Made Italy, a rischio sono 3,8 miliardi di esportazioni di prodotti agroalimentari.
“Si tratta in pratica del 10% del totale delle esportazioni agroalimentari italiane nel mondo (38,4 miliardi) con gli Usa che si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna. Il vino risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi con 1,35 miliardi (+5% nel 2016), davanti a olio (499 milioni +10% nel 2016), formaggi (289 milioni, +2% nel 2016) e pasta (271 milioni, +4% nel 2016)”, secondo le analisi della Coldiretti.
Le indiscrezioni del Wall Street Journal, insomma, spaventano, ovviamente non solo l’Italia, visto che l’attacco sarebbe contro l’Europa intera, ‘rea’ prima di aver rifiutato la carne bovina Usa trattata con gli ormoni, e poi di non aver rispettato neanche un accordo successivo con cui Bruxelles aveva mostrato un’apertura verso la carne bovina non trattata.