Telecom Italia: nuovo assalto di Bollorè? Vivendi pronta a sostituire presidente Recchi con suo AD de Puyfontaine
In attesa del verdetto dell’Agcom sul dossier Mediaset-Vivendi-Telecom, arrivano indiscrezioni che potrebbero far salire ulteriormente la tensione politico-finanziaria tra l’Italia e la Francia. Già i vari raid del finanziere bretone Vincent Bolloré hanno provocato nei mesi scorsi diverse reazioni, a causa di quello che è stato definito un vero e proprio assalto dalla diretta interessata, la famiglia Berlusconi, con l’ex premier Silvio Berlusconi che ha bollato il rastrellamento di azioni Mediaset una “operazione ostile”.
Ora, stando ad alcune indiscrezioni riportate da Reuters, Vivendi -di cui Bolloré è azionista di maggioranza con il 26,37% dei diritti di voto e il 20,65% del capitale – starebbe pensando di assegnare la poltrona di presidente di Telecom Italia al suo amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine. Una mossa che alimenterebbe ulteriormente i timori sulla crescente influenza che il finanziere ha nel mondo della finanza italiana.
Oltre a detenere una quota in Mediaset del 28,80% del capitale e del 29,94% dei diritti di voto, per un investimento di 13 miliardi di euro, il finanziere ha infatti, proprio tramite Vivendi, una partecipazione in Telecom Italia a un soffio dalla soglia Opa del 24%.
Bolloré è anche secondo azionista di Mediobanca, con una quota dell’8%.
Al momento, presidente di Telecom Italia è Giuseppe Recchi, mentre de Puyfontaine è vice presidente. Ma le cose, riferiscono le fonti, potrebbero cambiare, soprattutto in vista del rinnovo del cda nel mese di maggio. Così ha riferito una fonte:
“Ci sono solo due scelte razionali: o riconfermare Recchi oppure sostituirlo con qualcuno che rappresenti gli interessi dell’azionista numero 1 (che è appunto Vivendi) – Avere un dirigente Vivendi alla presidenza del cda di Telecom Italia avrebbe senso”.
La fonte ha tuttavia aggiunto che, se fosse nominato presidente, probabilmente de Puyfontaine accetterebbe l’incarico senza i poteri esecutivi detenuti al momento da Recchi, proprio al fine di smorzare le preoccupazioni su una presenza francese troppo ingombrante nel capitale di Telecom Italia.
Tra l’altro sui mercati sono ancora vive le speculazioni di un assalto, da parte di Vivendi, a Telecom Italia e Mediaset che avrebbe come obiettivo ultimo quello di lanciare un piano di fusione tra le due società italiane. Tanto che ora il prossimo giorno X per le società coinvolte nel dossier sarà il prossimo 21 aprile, quando l’Agcom presieduta da Antonio Nicita sarà chiamata a pronunciarsi sulla compatibilità con la legislazione vigente della presenza di Vivendi sia nel capitale di Telecom Italia che di Mediaset.
Riguardo alle indiscrezioni su una possibile sostituzione di Recchi, sia Vivendi che Telecom Italia non hanno commentato. In ogni caso, qualsiasi eventuale proposta di Vivendi dovrà essere approvata dagli azionisti di Telecom Italia e le liste di eventuali candidati presentate entro il prossimo 9 aprile.
Così commenta il caso Andrea Giuricin, amministratore delegato di TRA Consulting:
“La scelta di de Puyfontaine come presidente appare legittima, ma Vivendi rischierebbe lo scontro con Roma e con le autorità di regolamentazione (italiane) in un paese dove lo stato tende ancora a esercitare una influenza eccessiva sul settore privato”.
Dal canto suo l’attuale amministratore delegato di Telecom Italia, Flavio Cattaneo, interpellato sui rumors, ha affermato che sarebbe felice se Recchi rimanesse presidente. Un’altra fonte di Reuters ha indicato come favorito, in caso di presidenza italiana, Luca Cordero di Montezemolo: una ipotesi che già circolava sulla stampa ma che lo stesso interessato ha smentito giorni fa.