Trichet mette in guardia dall’attivismo delle agenzie di rating: serve più concorrenza

Riforme fiscali per arrivare alla quadratura del cerchio. Soprattutto per scacciare lontano i fantasmi del default dal Vecchio Continente. Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, nel corso di una conferenza stampa a Lisbona al termine del Consiglio direttivo, che ha rispettato le attese con la riconferma dei tassi d’interesse dell’eurozona all’1%, ha lanciato questo monito all’Europa.
“Gli Stati membri dell’area dell’euro devono adottare misure strutturali per favorire l’occupazione e la ripresa. Per evitare una disoccupazione strutturale – ha osservato il numero uno dell’Eurotower – sono auspicabili incentivi all’occupazione, un miglioramento del sistema formativo e più flessibilità sul mercato del lavoro. E’ necessario che ogni paese dell’eurozona faccia il possibile per eliminare gli squilibri fiscali e contribuire così a un miglioramento generale delle finanze pubbliche”.
Indicazioni che sembrano quasi voler essere delle rassicurazioni per Atene, Lisbona, Madrid in preda rispettivamente allo spauracchio di un possibile fallimento e ai timori di un imminente contagio del virus ellenico. Sull’empasse all’ombra del Partenone, Trichet ha spiegato che il consiglio direttivo della Bce “non ha mai discusso l’opzione” di acquistare titoli di Stato europei e tanto meno valutato l’ipotesi di una procedura di default di Stati di Eurolandia.
Sempre in merito ad Atene – ha aggiunto – che “la Bce ha voluto usare flessibilità per salvare un paese membro”. Sotto questa chiave di lettura va letta quindi la decisione di Francoforte di aver accettato tutti i titoli di Stato greci come garanzia dei suoi prestiti. Una posizione, che è stata assunta tenendo conto del piano “ambizioso” di risanamento dei conti pubblici da parte della Grecia, ha aggiunto Trichet.
Ma, al di là di questo, è necessaria a suo avviso fare un’attenta distinzione. “La Grecia e il Portogallo non sono sulla stessa barca e questo mi sembra piuttosto chiaro se si guarda ai dati e alle cifre”, ha sottolineato il presidente della Bce, aggiungendo che il Portogallo è uno dei 15 Paesi ai quali ha rivolto raccomandazioni in termini di consolidamento dei conti pubblici e ritorno alla sostenibilità delle politiche fiscali. “Passi che tutti devono intraprendere”. E Anche la Spagna – ha aggiunto – “non è la Grecia”.
Parole che risuonano come una frecciata all’attivismo delle agenzie di rating, che con i loro giudizi taglienti hanno mandato alle stelle la tensione sulle Borse mondiali, alimentando la speculazione. Trichet non ha voluto commentare se il gran da fare di Standard & Poor’s e Moody’s sia o meno esagerato, ma ha sottolineato come la creazione di un’agenzia di rating europea “sia una questione che resta aperta, e non solo in Europa”. “Come in qualsiasi settore più concorrenza c’è, meglio è”.
La questione delle agenzie – ha osservato ancora Trichet – e dei loro potenziali conflitti di interessi è una questione globale che richiede risposte globali. “Abbiamo una analisi molto profonda a livello globale – ha spiegato – sulla questione se ci siano o meno fattori di procliclità nelle agenzie di rating”, ovvero una loro tendenza ad accentuare le situazioni di tensione, o conflitti di interesse.