Notizie Notizie Italia Tria rassicura su euro, cauto su Fornero. E su minibot “no soluzioni tampone”

Tria rassicura su euro, cauto su Fornero. E su minibot “no soluzioni tampone”

11 Giugno 2018 09:21

Nessun progetto per uscire dall’euro; riforma Fornero? Può essere migliorata, ma attenzione al fattore sostenibilità, anche perchè “su queste materie non si improvvisa”. Nella prima intervista rilasciata nelle vesti di ministro dell’Economia del governo M5S-Lega, Giovanni Tria cerca, secondo qualche analista, di rassicurare i mercati, visto che l’Italia è ben lontana dall’essere al sicuro dalla tempesta finanziaria, come ha dimostrato il trend dello spread e di Piazza Affari, la scorsa settimana.  Gli investitori rispondono più che bene alle sue considerazioni, con lo spread che si contrae e l’azionario italiano ben acquistato.

Minibot? La view di Tria è ben diversa da quella del promotore Claudio Borghi, che aveva fatto gridare allo scandalo della ‘moneta parallela’: “Con le soluzioni tampone non si risolve nulla. Pagheremo le imprese nei tempi previsti e in denaro”, dice Tria, confermando le prime crepe e contraddizioni con il programma originale dell’asse M5S-Lega, messo nero su bianco nel contratto di governo.

A proposito della tempesta finanziaria, Tria fa notare che “la situazione è complessa in generale, sui mercati internazionali. ‘C’è un aumento del prezzo del rischio e della volatilità ovunque. Su questo sfondo è normale che ci possano essere apprensioni in un momento di forte svolta politica in Italia. Ma i fondamentali della nostra economia sono a posto”.

Investitori scettici? Tria risponde con i fatti:

“Negli ultimi 25 anni, l’Italia ha un avanzo primario fra i più alti d’Europa. Non ci si può accusare di politiche di bilancio avventurose. Ci portiamo dietro un debito che viene da lontano, certo. Ma abbiamo una posizione finanziaria netta con l’estero ormai quasi in equilibrio, quasi tanti crediti quanti debiti, e di questo passo saremo creditori netti sul resto del mondo in pochi anni. Vantiamo un avanzo significativo negli scambi con l’estero. Sono elementi oggettivi da crisi finanziaria? Direi di no. Mi spiego questa fase con i normali interrogativi che accompagnano una transizione politica”.

Sul futuro dell’Italia nell’euro, il ministro cerca di calmare i più catastrofisti, che già intravedono un addio del paese alla moneta unica, a Bruxelles e a tutto ciò che rappresenta:

La posizione del governo è netta e unanime. Non è in discussione alcun proposito di uscire dall’euro. Il governo è determinato a impedire in ogni modo che si materializzino condizioni di mercato che spingano all’uscita. Non è solo che noi non vogliamo uscire: agiremo in modo tale che non si avvicinino condizioni che possano mettere in discussione la nostra presenza nell’euro. Come ministro dell’Economia ho la responsabilità di garantire, su mandato del governo, che queste condizioni non si verifichino. Le dichiarazioni del presidente del Consiglio sono su questa linea e il governo nel complesso è responsabile verso il Paese”.

Nell’intervista non si fa riferimento inoltre a un eventuale azzeramento della riforma Fornero. E l’importanza di tenere sotto controllo il debito pubblico viene più volte rimarcata:

“Confermo che questo è l’obiettivo. Per quest’anno è già tutto determinato e presidierò perché nulla cambi. L’obiettivo per il 2019 è di proseguire. Ovviamente sul modo in cui si rispetterà l’impegno conteranno anche le nuove stime sull’andamento dell’economia”.

Tria appoggia anche una proposta dell’ex premier Mario Monti, quella di scomputare gli investimenti dal patto di Stabilità.

“Lo sto scrivendo dagli anni 90. Il problema è che anche se si togliessero dal calcolo del deficit con un accordo europeo, ci verrebbe consentito di spendere di più ma avremmo lo stesso un impatto sul debito. Certo, un conto è un percorso di riduzione del debito con un bilancio squilibrato dal lato della spesa corrente, un altro è un debito che scende più lentamente perché aumenta la spesa per investimenti. Per la fiducia meglio il secondo”.

E dà ragione anche al suo omologo tedesco:

“Scholz ieri ha detto che al debito italiano devono pensare gli italiani: ha del tutto ragione. Su ciò che propone la Francia, siamo d’accordo. Vogliamo anche andare avanti su tanti aspetti del programma della governance europea e dell’unione bancaria. Dico solo questo: quanto alla vigilanza sulle economie, la Commissione Ue ha fatto un ottimo lavoro, non vedo perché sovrapporre l’azione di un Fondo monetario europeo. Più in generale, non accetteremo misure che, anche se in modo non intenzionale, possono causare instabilità finanziaria. In Italia parliamo dell’eterogenesi dei fini: stiamo attenti a evitare le profezie che si auto-avverano. L’Italia è impegnata a ridurre il debito ma perché questo processo prosegua non possiamo accettare proposte che potrebbero causare instabilità e allontanare l’obiettivo. Su questo saremo rigidi. Non possiamo accettare proposte che minino la fiducia nella sostenibilità del nostro debito”.