Notizie Europa Transazioni finanziarie, in rampa di lancio la Tobin Tax europea

Transazioni finanziarie, in rampa di lancio la Tobin Tax europea

18 Agosto 2011 11:23

Gli investitori dell’Unione Europea avranno presto a che fare con una nuova imposta sulle transazioni finanziarie. La bozza del testo è ancora in fase di perfezionamento ma dal recente incontro tra il premier francese Nicolas Sarkozy e il Cancelliere tedesco Angela Merkel si è saputo che una prima proposta verrà presentata a Bruxelles nel mese di settembre.


L’imposizione sarà ispirata al modello della famosa, ma mai attuata nel suo impianto originario, Tobin tax e potrà prevedere un prelievo sulle transazioni finanziarie tra lo 0,05% e lo 0,5% all’interno dei 27 paesi dell’Unione Europea. Secondo le prime stime il possibile prelievo di questa imposta potrebbe oscillare tra 100-400 miliardi di dollari l’anno.


Come era lecito aspettarsi la comunità finanziaria si è schierata contro tale imposta adducendo una serie di rischi: la fuga di capitali in aree o Paesi dove la tassa non è presente, le difficoltà nella raccolta, la riduzione di valore delle attività finanziarie sottostanti, la diminuzione della liquidità e l’aumento della volatilità.


Le prove fornite dalla storia consegnano invece un’altra realtà. La Gran Bretagna ha introdotto un’imposizione analoga fin dagli anni 80 sulle transazioni in Borsa (attualmente pari allo 0,5%) senza che questo si sia tradotto in una diminuzione della competitività della City di Londra che si è anzi consolidata come uno dei principali centri finanziari mondiali.


Anche il Fondo monetario internazionale ha elaborato una serie di studi sulle conseguenze della Tobin Tax giungendo alla conclusione che l’imposta è ininfluente per i mercati finanziari e che non ha provocato fughe di capitali dagli oltre 10 Paesi nel mondo in cui è già applicata.

A favore si una simile proposta si è espresso di recente anche il mondo accademico. Nel mese di aprile, 1.000 economisti hanno sottoscritto una lettera inviata al G20. Nel documento gli economisti scrivevano che “anche con un’aliquota dello 0,05% o meno, tale imposta potrebbe raccogliere centinaia di miliardi di dollari all’anno e arginare gli eccessi della speculazione”.