Notizie Notizie Italia Tra Pirelli e banche il mercato vede un’operazione in tempi stretti

Tra Pirelli e banche il mercato vede un’operazione in tempi stretti

15 Marzo 2007 14:59

Ha ripreso decisamente corpo la speculazione sul titolo Pirelli (attualmente in rialzo di oltre il 7%). La scommessa del mercato continua a essere quella di una dismissione di almeno parte della quota del gruppo facente capo a Tronchetti Provera in Olimpia, la società partecipata all’80% da Pirelli che detiene circa il 18% di Telecom Italia.


Il ritorno dell’entusiasmo dopo la battuta d’arresto di ieri ha coinciso con alcune sommarie conferme a un interesse di natura bancaria, quelle venute dal presidente di Unicredit, Dieter Rampl, che ha dichiarato oggi di tenere sotto osservazione la situazione. Ha così ripreso corpo la pista che porta a banche e fondazioni bancarie, secondo indiscrezioni apparse ormai da oltre una settimana pronte a subentrare a Pirelli alla guida della scatola di controllo dell’ex monopolista telefonico.


L’ulteriore scommessa del mercato è che i tempi di una svolta possano essere brevi. E questo in vista dell’assemblea di Telecom Italia in programma per il prossimo 16 aprile. Nell’occasione sarà infatti rinnovato il cda e – questa la tesi di fondo – il rinnovo sarebbe un compito che vorrebbe sicuramente prendersi il nuovo azionista di riferimento.


Con Unicredito il novero degli istituti ritenuti maggiormente interessati a un’operazione sul capitale di Olimpia sono – almeno secondo gli analisti di Euromobiliare – Capitalia, Mediobanca, Generali e Intesa. Un parterre che ben si inscriverebbe nella descrizione fornita solo ieri dal ministro Bersani che ha richiamato banche, assicurazioni e fondi pensione a garantire stabilità strategica all’azienda, peraltro subito dopo aver parlato di mantenimento dell’italianità delle infrastrutture di telecomunicazione. L’intervento bancario risponderebbe dunque anche ad esigenze politiche (e non solo a quelli dei maggiori creditori di Pirelli, ossia le stesse banche) inquadrandosi dunque come un classico progetto “ponte” in attesa di un futuro smobilizzo delle quote. 


Resterebbe tuttavia un ostacolo sulla strada dell’asse Telecom-banche: quello del prezzo. Nei giorni scorsi si erano inseguite ipotesi di cessione delle azioni Telecom a 2,6-2,7 euro ciascuna, una cifra che avrebbe consentito a Pirelli di incassare circa 2,7 miliardi, ma che si attesterebbe al di sotto del valore di carico, posto per Pirellli a 3 euro per azione. Secondo il quotidiano La Repubblica in edicola oggi ci sarebbe stato già un avvicinamento tra le richieste dei due schieramenti, con Pirelli disposta a scendere fino a 2,8 euro e la cordata bancaria con un’offerta tra i 2,5 e i 2,6 euro. Ci sarebbe tuttavia anche un’altra strada per portare il prezzo nei dintorni dei 3 euro desiderati da Pirelli. La illustrano oggi in una nota gli analisti di Rasbank, secondo cui è possibile anche ipotizzare il riconoscimento a Pirelli di un eventuale incremento successivo del valore di Telecom in sede di cessione del pacchetto Olimpia da parte delle banche.


Un ultimo scenario è quello dell’assenza di un’intesa sul prezzo e di un conseguente scontro frontale in assemblea. In questo caso l’ipotesi circolante sul mercato è quella di un rastrellamento di azioni Telecom pari a circa il 10% del capitale. Una possibilità alla quale comunque il mercato dimostra almeno parzialmente di credere, se è vero che oltre a Pirelli, attualmente in rialzo di oltre il 7% in qualità di controllante di Olimpia, anche le azioni Telecom Italia guadagnano quasi il 3% a 2,15 euro.