Notizie Notizie Italia Torna il rischio Italia: ipotesi elezioni il 4 marzo azzoppa le banche e ridesta lo spread

Torna il rischio Italia: ipotesi elezioni il 4 marzo azzoppa le banche e ridesta lo spread

13 Dicembre 2017 12:51

Elezioni politiche in Italia già il prossimo 4 marzo. Non è ancora ufficiale, ma sembra esserci l’accordo tra i partiti sulla data delle prossime elezioni politiche, in anticipo rispetto a quanto ci si aspettasse. Il calendario condiviso dai partiti prevede quindi lo scioglimento del parlamento il 27 dicembre, in anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, e le elezioni politiche il 4 marzo.

Superata l’ultima tappa rappresentata dall‘approvazione della Legge di Bilancio (prevista la votazione alla Camera il prossimo 20 dicembre e al Senato il 22), il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrà optare per lo scioglimento delle Camere in anticipo rispetto al termine del 15 marzo 2018.

Anticipo del termine della legislatura che il mercato sta interpretando come un avvicinarsi del momento in cui l’Italia dovrà fare i conti con il rischio che dalle urne esca una situazione di ingovernabilità o, peggio, esca vincitore un partito o una coalizione “euroscettica”.

Lo spread Btp/Bund risulta così in allargamento in area 142 punti base e a Piazza Affari soffrono tutti i titoli bancari. Unicredit cede il 3,5% e Bper il 4%. Ribassi nell’ordine del 3% anche per Banco BPM e UBI Banca.

Allarme Confindustria: instabilità politica abbassa potenziale di crescita

Il Centro studi di Confindustria rimarca come le prossime elezioni politiche si presentano come un test molto rilevante “e disegnano per il Paese una biforcazione tra il proseguire lungo il cammino delle riforme o non far nulla (che, in termini relativi, vuol dire arretrare), se non proprio tornare indietro”. “L’instabilità politica e le misure demagogiche prese per motivi di consenso seminano una pianta i cui frutti maturano nel medio-lungo periodo, operando attraverso l’abbassamento del potenziale di crescita, anche per la mancata approvazione di quelle riforme che, al contrario, tale potenziale elevano”, aggiunge Confindustria nel report Scenari Economici.