Ftse Mib e la top ten del 2017. Nel 2018 corsa frenata da elezioni e Bce? UniCredit è bullish, tutti gli altri outlook
Nel 2017, l’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha riportato la performance migliore tra le principali borse europee. Il listino è salito del 18% dal 31 dicembre del 2016, e si avvia a concludere l’anno con il trend più positivo, su base annua, dal 2009, quando avanzò del 19%.
Per fare un confronto, il Dax della borsa di Francoforte ha messo a segno un rialzo del 15% e l’AEX della borsa di Amsterdam ha fatto +14%.
Un articolo di Bloomberg sottolinea che è improbabile, tuttavia, che il Ftse Mib riesca a replicare l’anno prossimo la performance del 2017, anche se il toro non dovesse battere in ritirata.
Il motivo è rappresentato dalle elezioni politiche imminenti, fattore che, come aveva già spiegato Fitch Ratings in un rapporto pubblicato lo scorso 29 novembre, indebolisce di per sè la prospettiva di un proseguimento delle riforme economiche, di cui l’Italia tanto necessita.
C’è poi l’addendum della Bce, che ha già messo sotto pressione le quotazioni dei titoli delle banche italiane e che potrebbe continuare a dispiegare effetti negativi anche nei prossimi mesi, almeno fino a quando non si avrà maggiore chiarezza sui suoi contenuti.
Così commenta la situazione dell’Italia Christophe Bernard, responsabile strategist presso Vontobel Asset Management, in un’intervista rilasciata a Bloomberg:
“In Europa, l’Italia rimane la Spada di Damocle“. A suo avviso, una vittoria del M5S potrebbe “risvegliare la paura sul futuro dell’Eurozona, visto che in Italia l’euroscetticismo è ancora visibile.
Occhio al grafico di Bloomberg, che mette in evidenza le migliori performance del Ftse Mib dall’inizio dell’anno: si tratta di FCA (+76%), STMicroelectronics (72%), Ferrari +65%, FinecoBank +62%, Ubi Banca +58%, Moncler +53%, Recordati +44%, Campari +42%, Italgas +41%, CNH Industrial +34%. Chi ha puntato su questi titoli, ha sicuramente più di un motivo per festeggiare il 2017.
Più che pessimismo, c’è comunque cautela su quanto potrebbe accadere nel 2018.
Alcune case di brokeraggio, inclusa Natixis, intravedono comunque opportunità nel “balzo temporaneo” del rischio politico in Europa.
In particolare, nella nota dello scorso 11 dicembre, gli strategist di Natixis hanno scritto che, a loro avviso, nessun rischio politico principale previsto per il 2018, che si tratti delle elezioni politiche italiane o della Brexit, “scatenerà una transizione verso il risk-off“.
In un’analisi dello scorso 28 novembre, gli analisti di Credit Suisse hanno fatto riferimento inoltre alle valutazioni delle azioni italiane, definendole “ragionevolmente convenienti”, anche se il rischio politico più alto che altrove in Europa ha impedito un giudizio ancora più positivo.
La divisione di ricerca di Credit Suisse ha citato la necessità in Italia di avviare ulteriori riforme strutturali, la presenza ancora elevata degli NPL (crediti deteriorati) nelle banche, e un impatto negativo che potrebbe confermarsi sproporzionato rispetto a quello che colpirà gli altri paesi dell’Eurozona, dalla decisione della Bce di ridurre gradualmente l’assist del Quantitative easing.
La view più bullish sul Ftse Mib è sicuramente quella di UniCredit, che prevede – stando a una nota diffusa lo scorso 16 novembre – che il Ftse Mib possa salire fino a 25.500 punti nei primi sei mesi del 2018, e che fissa un target per la fine dell’anno prossimo a 24.500.