A Torino è il giorno delle scelte: Mirafiori trattiene il fiato, 2010 amaro per le immatricolazioni
Il giorno delle scelte è arrivato a Torino. Il referendum che spezza il capoluogo piemontese su Mirafiori sta procedendo a pieno ritmo. Ben il 90% dei 341 lavoratori del terzo turno aventi diritto al voto si è recato alle urne ieri sera per esprimersi sul piano di rilancio dello stabilimento torinese. E’ appeso a un filo l’investimento di un miliardo di euro a fronte di nuove regole su turni, flessibilità e rappresentanza. E dopo il voto dei lavoratori del turno di notte si sono aperti di nuovo questa mattina alle 7.30 tutti e nove i seggi per il referendum sull’accordo del 23 dicembre scorso, cruciale per il destino della fabbrica.
I seggi rimarranno aperti fino alle 13, quando verranno chiusi brevemente. Riapriranno alle 14.30 per il turno del pomeriggio che completerà il voto dei 5.431 aventi diritto, dei quali 453 impiegati. I seggi si chiuderanno alle 19.30, quando cominceranno a venire compilati i verbali in ogni seggio. Dopo di ché comincerà il conteggio delle schede. Per le scorse elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie lo spoglio ha richiesto alcune ore. In questo caso si dovrebbe trattare di un’operazione più semplice avendo da conteggiare solo i sì e i no e non le preferenze per i delegati.
Dal terzo piano del Lingotto l’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, e il presidente, John Elkann, seguiranno l’evolversi della situazione. Mentre gli operai dello stabilimento Fiat di Mirafiori trattengono il fiato in attesa di conoscere il loro futuro che Marchionne ha legato all’esito del referendum sull’accordo separato del 23 dicembre, tra le tute blu di Termini Imerese il clima che si respira è quello rassegnazione. La fabbrica siciliana, dove lavorano 1.600 persone e altre 600 nell’indotto appena rientrati dalla cassa integrazione, è infatti destinata a chiudere a fine anno, con gli operai che attendono gli sviluppi delle trattative tra il ministero per lo Sviluppo e i gruppi imprenditoriali che hanno presentato offerte per rilevare porzioni di stabilimento.
Al vaglio c’è la formulazione degli accordi di programma, il passo successivo sarà la presentazione dei piani industriali delle singole società interessate al sito industriale che potrebbe essere spezzettato: si andrebbe dalla produzione di auto di lusso (De Tomaso-Rossignolo), all’energia alternativa (Ciccolella), dagli studios cinematografici (Med Studios) alle biomasse (Biogen). E mentre si spera nell’arrivo di nuovi imprenditori, i sindacati si dividono su quanto sta avvenendo, ricalcando le posizioni emerse su scala nazionale. Se la Fiat avesse proposto per Termini Imerese un accordo sul modello di Mirafiori o Pomigliano d’Arco la Fiom l’avrebbe respinto mentre Fim e Uilm avrebbero firmato.
Nell’attesa continuano ad arrivare segnali poco incoraggianti del mercato delle quattro ruote. Le immatricolazioni europee nel 2010 hanno infatti segnato una flessione del 4,9% a 14.499.059 veicoli nei 27 Stati della Ue, più i Paesi dell’Efta. Nel mese di dicembre il calo è stato del 2,7% a 1.048.378 veicoli. I cali maggiori nel mese di dicembre hanno interessato la Spagna (-23,9%) e l’Italia (-21,7%). Mentre il mercato francese è rimasto stabile (-0,7%) e quello tedesco è cresciuto del 6,9%. Da gennaio a dicembre la situazione si inverte, con la Germania in calo del 23,4%, Spagna e Inghilterra in rialzo del 3,1% e dell’1,8% rispettivamente, mentre l’Italia ha perso il 9,2%. Non si è salvato il gruppo Fiat che nel mese di dicembre ha visto le immatricolazioni scendere del 19,1% a 69.791, mentre nel 2010 il calo è stato del 17,% a 1.041.287 veicoli con una quota di mercato scesa al 7,6% dall’8,7%.