Top e flop del Ftse Mib: Azimut svetta con +19% a novembre, arretra Leonardo

Il mese di novembre è stato decisamente positivo per le borse europee e per Piazza Affari, che ha proseguito la rimonta avviata a metà ottobre. Il Ftse Mib ha chiuso il mese con un rialzo dell’8,64%, riportandosi stabilmente sopra la soglia dei 24.000 punti e tornando sui livelli di circa sei mesi prima.
L’azionario globale ha beneficiato dei segnali di stabilizzazione dell’inflazione, che potrebbe favorire un atteggiamento meno restrittivo delle banche centrali nell’alzare i tassi. Conferme in tale senso sono giunte proprio ieri dal presidente della Fed, Jerome Powell, che ha aperto ad un rallentamento delle strette già a partire da dicembre, pur ribadendo che il costo del denaro dovrà essere ulteriormente incrementato per contrastare efficacemente l’inflazione.
Azimut la migliore del mese a Piazza Affari
Con riferimento al Ftse Mib, le migliori di novembre sono state nell’ordine: Azimut (+19,3%), Iveco (+17,4%), Cnh (+16,5%), Stm (+14,1%) e A2A (+13,8%).
Azimut ha aperto il mese con i dati relativi alla raccolta di ottobre, positiva per 743 milioni, che porta la raccolta da inizio anno a 6,8 miliardi, di cui circa la metà in prodotti di risparmio gestito. Il mercato ha apprezzato anche i risultati dei nove mesi 2022, chiusi con un utile netto di 302 milioni, ricavi a quota 969 milioni (+12% a/a) e una posizione finanziaria netta positiva per 364 milioni. Inoltre, il Gruppo si è rafforzato negli Stati Uniti con l’acquisizione del 35% di Kennedy Capital Management, un gestore indipendente specializzato in azioni statunitensi Small e Mid Cap.
Cnh in luce con il rialzo della guidance
Le trimestrali hanno sostenuto anche Iveco e Cnh. La prima ha archiviato il periodo luglio-settembre con ricavi consolidati in crescita del 19% su base annua a 3,5 miliardi, un Ebit adjusted pari a 101 milioni ed un utile netto adjusted di 30 milioni.
Cnh ha alzato la guidance 2022 prevedendo ricavi di vendita netti in crescita tra il 16% e il 18% rispetto all’anno precedente. Il 3° trimestre dell’anno ha battuto le attese con EPS adjusted a 0,41 euro per azione rispetto agli 0,32 del consensus Bloomberg. I ricavi consolidati si sono attestati a 5.881 milioni di dollari (+23,9% rispetto al terzo trimestre 2021 per le Continuing Operations, +29% a valuta costante). Il colosso italo-statunitense ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di 559 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 460 milioni dello stesso periodo 2021.
Stm ha recuperato terreno in scia al settore dei microchip e in generale a tutto il comparto tecnologico, favorito dalla prospettiva di un rallentamento delle strette sui tassi da parte delle banche centrali.
A2A ha ben performato nonostante le vendite seguite all’aggiornamento del piano decennale, che prevede 16 miliardi di investimenti e un Ebitda di 2,6 miliardi nel 2030. Nel complesso, la prospettiva di una politica monetaria meno restrittiva nel medio-lungo termine favorisce le utilities, che essendo strutturalmente indebitate risentono degli aumenti al costo del denaro.
Leonardo maglia nera fra le big del Ftse Mib
In un mese complessivamente positivo per la maggior parte dei 40 titoli del Ftse Mib, le meno performanti dell’indice principale nel mese di novembre sono state Leonardo (-5,8%), Erg (-4,7%), Nexi (-4,2%), Diasorin (-4,0%) e Mediobanca (+0,5%).
Ricordiamo che Erg è entrata nel Ftse Mib soltanto il 29 novembre, in sostituzione di Atlantia.
Nexi invece ha sofferto in particolare l’uscita di Intesa Sanpaolo dal suo azionariato. La banca guidata da Carlo Messina ha venduto circa 67 milioni di azioni, pari al 5,1% del relativo capitale sociale.