Notizie Notizie Mondo Titolo Apple e la sua correlazione con l’S&P 500: il trend dell’iPhone indica che non è stato ancora toccato il fondo

Titolo Apple e la sua correlazione con l’S&P 500: il trend dell’iPhone indica che non è stato ancora toccato il fondo

18 Ottobre 2022 11:23

Apple si appresta chiudere un 2022 impegnativo sia in termini di mercato azionario sia di andamento commerciale. Il gruppo di Cupertino opera in uno spazio fortemente competitivo a livello globale, in cui la strategia di marketing e la promozione del prodotto sono state spesso le armi vincenti. Lo si legge nel report a cura di Sandeep Rao, Head of Research di Leverage Shares, secondo cui su Apple bisogna essere cauti alla luce dell’andamento delle vendite nette e dei tipi di prodotti dominanti.

Sandeep Rao, Head of Research di Leverage Shares

Guardando ai bilanci di Apple, Rao mette in evidenza due elementi principali. Il primis, il mercato americano rappresenta il principale motore dei ricavi, mentre tutta l’Asia (cioè Cina, Giappone e il resto della regione Asia-Pacifico) non si avvicina neanche lontanamente. Questo fa di Apple una storia “americana”. In secondo luogo, si legge nel report, al di fuori dell’iPhone, nessun altro prodotto ha la stessa rilevanza come motore di fatturato. Questo fa di Apple un’azienda più di “smartphone” che di altri prodotti.

Dal punto di vista dell’andamento del fatturato iniziano a vedersi alcuni segnali di rallentamento. Tutta l’Asia (in particolare la Cina), che è stata il motore di una crescita esplosiva dei ricavi nell’anno fiscale 2021, mostra ora un calo sempre più preoccupante dei ricavi nell’anno in corso. Anche l’Europa, si legge nel report, tende a diminuire e le Americhe sono l’unica regione che ha registrato un calo più contenuto rispetto al trimestre precedente.

Le criticità sui prodotti di punta

L’andamento di iPhone e Mac, i due prodotti che tradizionalmente rappresentavano quasi il 60-65% di tutti i ricavi dell’azienda, ha visto un significativo calo scrive Rao, mentre gli altri segmenti di prodotto non hanno salvato la situazione.

La linea di iPhone di Apple, si legge nel report, ha quasi sempre mantenuto un elevato margine di profitto rispetto ai costi sostenuti. Ad esempio, si stima che il modello precedente, l’iPhone 13, abbia un ricarico di base di almeno il 75%. Secondo Rao, il prezzo più alto non implica necessariamente un’esperienza migliore o più ricca di funzionalità, come è solito sottolineare il concorrente numero 1 di Apple, Samsung.

I punti di forza di Apple

Dato che Apple non produce necessariamente gli smartphone “migliori della categoria” in relazione al loro prezzo, la questione della resilienza del mercato (almeno negli Stati Uniti) può essere valutata, secondo Rao, in termini storici.

In primo luogo, si legge nel report, l’ottimo rapporto dell’azienda con i fornitori di servizi di telecomunicazione ha fatto sì che i costi elevati del prodotto fossero “spalmati” su un periodo di due anni. Le recenti iniziative, tuttavia, hanno portato i costi del piano di pagamento biennale ad essere in gran parte uguali a quelli del costo iniziale per tutti gli operatori, compreso il marketplace di Apple.

In secondo luogo, scrive Rao, le campagne di marketing di Apple hanno contribuito a creare un senso di “conformità sociale” tra il pubblico degli acquirenti nel corso degli anni.

Il terzo punto è piuttosto intuitivo: cambiare dispositivo è un’esperienza relativamente più semplice se il nuovo dispositivo ha lo stesso sistema operativo. iOS è un’esclusiva degli iPhone, mentre gli utenti Android hanno un’ampia gamma di produttori di telefoni tra cui scegliere. Pertanto, si legge nel report, è più probabile che un utente iPhone esistente passi a un altro iPhone. Tuttavia, la scelta di “pagare di più” per “meno” non è necessariamente una scelta che la maggior parte dei clienti si sentirebbe a proprio agio in tempi più recenti.

In calo le spedizioni globali di melafonini

È stato stimato che, a partire dal secondo trimestre del 2022, la quota di Apple nelle spedizioni globali di smartphone si è ridotta fino a quasi i livelli del primo trimestre del 2021.

In termini di prezzi, si legge nel report, i prodotti Apple competono prevalentemente a livello globale con una serie di prodotti offerti da Samsung e Xiaomi. Nell’andamento trimestrale del periodo compreso tra il 1° gennaio e il 2° trimestre del 2022, Apple ha registrato un calo delle spedizioni molto più marcato rispetto ai suoi due rivali globali.

Secondo Rao, c’è una crescente tendenza da parte degli acquirenti statunitensi a non spendere, visti i trend inflazionistici e l’aumento del debito (e le insolvenze dei prestiti). Pagare “di più” per “meno” è sempre meno conveniente (finanziariamente) rispetto a due anni fa.

Il titolo Apple e il suo ruolo di indicatore anticipatore

Rao ritiene che ci siano ottime ragioni per cui il titolo Apple dovrebbe essere considerato un indicatore anticipatore per l’S&P 500 e viceversa.

Il 2020 è stato un anno eccezionale: il PE Ratio implicito dell’indice e quello delle azioni della società sono stati quasi identici, con una correlazione molto elevata. L’ondata di acquisti di prodotti dell’azienda nel 2021 ha imposto una mediana molto più alta sul titolo dell’azienda e ha modificato la correlazione con l’indice. Rao puntualizza inoltre che il P/E Ratio dell’S&P 500 non è affatto vicino alla media storica del XXI secolo ed è molto più lontano dai minimi registrati durante la crisi finanziaria del 2008.

In altre parole, si legge nel report, dato lo storico status di “campanello d’allarme” della società di Cupertino nell’ambito dell’S&P 500 e il fatto che i fattori sottostanti che influenzano i consumi non hanno ancora ricevuto un sostegno adeguato, secondo Rao non c’è motivo di ritenere che il fondo sia già in vista, né per l’indice né per le azioni di Apple.