Earning season sarà driver per sentiment investitori, Credit Suisse indica cosa farà la differenza e tre titoli da preferire
L’earning season è iniziata settimana scorsa oltreoceano con risultati misti delle maggiori banche USA. Le stime di consensus sulla crescita di fatturato e utili per azione (EPS) dell’MSCI World per il 3° trimestre 2022 sono rispettivamente pari a 11,3% e a 7,9% a/a (aggiornate al 13 ottobre 2022). A livello settoriale, l’energia dovrebbe dare il contributo maggiore all’EPS di questo trimestre, seguita da industriali e consumi discrezionali. Per contro, finanziari e materiali si preannunciano come punti deboli. Sul piano regionale, le stime di consenso suggeriscono che Regno Unito ed Europa dovrebbero essere in testa in termini di crescita dell’EPS (sulla base della debolezza dei tassi di cambio), mentre gli USA perderebbero terreno a causa di comparazioni più difficili.
Focus sulle guidance
Laura Smith, Global Equity Strategist di Credit Suisse, sottolinea come il rallentamento del quadro macroeconomico e l’aumento dei costi di finanziamento devono ancora essere pienamente incorporati negli utili di consenso, con le revisioni che hanno soltanto cominciato a mostrare un trend al ribasso. “Ci aspettiamo un possibile aumento della percentuale di imprese che abbasserà la propria guidance. Inoltre prevediamo che le stime degli utili a termine scenderanno ulteriormente, spingendo le valutazioni in un territorio poco attraente”, argomenta la Smith che ritiene che la stagione degli utili del T3 2022 sarà probabilmente un driver importante della propensione agli investimenti.
L’esperta di Credit Suisse ritiene che, sebbene sia importante mettere a segno risultati robusti, i mercati si concentreranno di più sulla forward guidance che non sui valori effettivi dell’EPS, e che premieranno coloro i cui commenti restano neutrali rispetto a quelli che propendono per toni più cauti o addirittura negativi. La settimana più intensa della stagione di reporting sarà quella del 24–28 ottobre.
Tre titoli da tenere sotto osservazione
L’Investment Weekly di Credit Suisse evidenzia tre titoli – Merck & Co. , Nestlé e Sanofi – che dovrebbero registrare un trading favorevole nella prossima stagione degli utili.
Di seguito Lorenzo Biasio, Equity Research Analyst – Healthcare di Credit Suisse, analizza uno per uno questi titoli.
Grazie alle proprie posizioni di leadership nel comparto (immuno)oncologico e dei vaccini, Merck & Co. è soggetta a una sensibilità macroeconomica molto limitata e dovrebbe pertanto risultare relativamente immune ai timori di una timida recessione. I recenti risultati positivi della fase 3 di Sotatercept – farmaco ottenuto mediante l’acquisizione da 11 miliardi di dollari di Acceleron – corroborano la fiducia nella strategia M&A di Merck. Quest’ultimo aspetto sarà indubbiamente oggetto di attenzione in futuro, data l’incombente perdita di esclusività (scadenza del brevetto) di Keytruda (oncologia) nel 2028, che il management intende affrontare attraverso lo sviluppo di una pipeline interna, oltre che con ulteriori fusioni e acquisizioni.
Il prezzo delle azioni di Nestlé è diminuito di circa il 15% da inizio anno (YTD), nonostante il continuo slancio positivo degli utili, trainato da un forte pricing, dalla crescita ancora positiva dei volumi e dai margini controllati. Grazie al suo potere di prezzo nei settori del caffè e dei prodotti per animali domestici, che guidano la crescita, prevediamo una volatilità limitata degli utili di Nestlé. I vincitori di quote di mercato come Nestlé appaiono meglio posizionati in questo mercato. I risultati imminenti per il T3 e il Capital Market Day di novembre incentrato sulla sua divisione Health Science dovrebbero rappresentare dei catalizzatori positivi. Le azioni trattano ora a 20x il P/E, in linea con la media di settore malgrado rendimenti superiori e caratteristiche difensive.
Infine, Sanofi che attualmente tratta ad una valutazione molto poco impegnativa (ad esempio, su un multiplo forward P/E a 12 mesi a una cifra e con un rendimento del free cash flow [FCF] vicino al 10%), probabilmente guidata dalle preoccupazioni per la sua esposizione al contenzioso su Zantac, che riteniamo gestibile. Grazie alla solida performance di marchi chiave come Dupixent (malattie infiammatorie), gli utili a termine rimangono molto forti, nell’ordine del 15% su base forward a 12 mesi. Inoltre e in parte a ciò legato, l’apprezzamento dell’USD attualmente fornisce slancio ai risultati finanziari di Sanofi, poiché la società genera circa il il 40% delle entrate – e una percentuale anche più alta dei profitti – negli Stati Uniti.