Titoli di Stato, il rendimento medio scende al 4,96%. Ammontare record in circolazione
L’affievolirsi delle tensioni sui mercati internazionali sta portando un po’ di sollievo ai titoli di Stato italiani. La situazione è destinata a migliorare ulteriormente dopo la decisione della Bce di intervenire sui mercati per acquistare titoli di Stato a breve termine (1-3 anni) dei Paesi della zona euro in difficoltà a patto che questi ultimi garantiscano maggiore impegno nel rigore dei conti pubblici.
L’intervento della Bce era nell’aria tanto che nel mese di agosto il rendimento medio lordo dei titoli pubblici in circolazione (Rendistato) è sceso al 4,96% dal 5,338% di luglio (era 4,845% nell’agosto 2011). Lo ha comunicato la Banca d’Italia evidenziando anche che il rendimento medio dei Bot (Rendibot) ad agosto è sceso all’1,274% dall’1,627% di luglio (era 1,87% nell’agosto 2011). I parametri Rendistato e Rendibot, calcolati da Bankitalia, rappresentano il rendimento medio ponderato di un paniere di titoli pubblici. La fase di calma su mercati ha portato beneficio a tutti i bond in circolazione visto che il rendimento medio è in calo per tutte le scadenze rilevate.
Ammontare dei titoli sempre a livelli record. Se ci si può consolare in parte per il calo dei rendimenti a preoccupare non poco gli osservatori contribuisce un altro dato diffuso da via Nazionale secondo il quale, a fine agosto, l’ammontare complessivo dei titoli pubblici in circolazione ha raggiunto la cifra di 1.634 miliardi di euro, con una vita media di 6,65 anni. Di questi quasi il 66% è rappresentato dai Btp, seguono i Bot (9,26%), i Btp €i (7,88%), i Cct (8,24%) e i Ctz (3,81%). Con percentuali inferiori seguono i titoli esteri in euro e in valuta, i Btp Italia e i Bot flessibili. Nel complesso i titoli di Stato rappresentano circa l’85% dell’intero debito pubblico italiano. Tra i pochi investitori che invece sono sembrano turbati da questi numeri ci sono gli istituti di credito italiani che con i loro acquisti hanno garantito il buon esito delle ultime aste del Tesoro. Secondo gli ultimi dati disponibili a fine giugno le banche italiane detenevano titoli di Stato per 316,1 miliardi di euro, in rialzo rispetto ai 302,5 miliardi di euro di maggio. Da inizio anno la quota di bond governativi detenuti dalla banche con sede in Italia è cresciuta di oltre 100 miliardi di euro.
Rendimenti non giustificati dai fondamentali. Proprio la questione degli elevati rendimenti che stanno caratterizzato i titoli di Stato su tutte le scadenze (e che influenzano a catena le cedole delle nuove emissioni) è stata esaminata ieri da uno studio della Banca d’Italia. Via Nazionale ha messo per iscritto quello che più o meno tutti pensano, ovvero che l’attuale livello dei rendimenti, condizionati soprattutto dallo spread Btp-Bund sia ingiustificato. Nel quaderno delle “Questioni di Economia e Finanza” gli esperti di Bankitalia hanno evidenziato infatti che le dinamiche e le condizioni macroeconomiche dell’Italia non giustificano da sole il significativo aumento dello spread Btp-Bund, iniziato durante l’estate del 2011, che invece dovrebbe collocarsi in area 200 punti base (375 punti l’attuale livello). L’aumento dello spread, a detta di Palazzo Koch, è quindi soprattutto riconducibile a fenomeni di contagio slegati dai fondamentali del Paese. Inoltre, gli esperti della Banca d’Italia sottolineano che l’incremento del differenziale è anche legato al significativo calo dei rendimenti del Bund (1,53% per la scadenza decennale). I bond tedeschi hanno beneficiato di ingenti acquisti da parte degli investitori che negli ultimi mesi si sono posizionati verso gli asset ritenuti più sicuri.