Notizie Notizie Italia TIM: Smacco per Elliott, giudice dà ragione a Vivendi. Partita rimandata al 4 maggio

TIM: Smacco per Elliott, giudice dà ragione a Vivendi. Partita rimandata al 4 maggio

Pubblicato 23 Aprile 2018 Aggiornato 24 Aprile 2018 13:57

Vittoria per i francesi di Vivendi contro il fondo Elliott. Non ci sarà nessun colpo di scena nell’assemblea degli azionisti prevista per la giornata di domani, martedì 24 aprile. Il giudice civile di Milano, Elena Riva Crugnola, ha accolto infatti il duplice ricorso d’urgenza del Cda Tim e di Vivendi, presentato contro la decisione del collegio dei sindaci di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea di domani, con le richieste del fondo statunitense Elliott.

La partita Vivendi-Elliott per il controllo del cda viene dunque rinviata al prossimo 4 maggio, come era stato nelle intenzioni dei francesi che, verso la fine di marzo, in una mossa a sorpresa, avevano fatto dimettere tutti i consiglieri del cda per prendere tempo e non rischiare di vedere ribaltato il loro potere dall’hedge fund di Paul Singer.

In questo modo, Vivendi aveva evitato che il destino dei sei consiglieri del cda di cui il fondo Elliott aveva chiesto la revoca fosse deciso dal voto dell’assemblea di domani. Un piano orchestrato a puntino: con il cda azzerato, l’assemblea si sarebbe limitata infatti ad approvare il bilancio 2017 e a nominare il nuovo collegio sindacale.

Il piano di Vivendi era saltato però in aria, dopo la decisione dei sindaci di includere nell’ordine del giorno le richieste del fondo, esattamente quella di sostituire sei membri del consiglio di amministrazione di TIM con altrettanti sei nuovi consiglieri. E a quel punto, Tim – di cui Vivendi è azionista di maggioranza con una quota del 24% – aveva deciso di adire alle vie legali, contro la decisione dei sindaci.

Giudice motiva la sua decisione

La decisione del giudice è arrivata e dà ragione ai francesi. Ciò significa che domani non ci sarà alcuna assemblea cruciale per il destino di TIM: la questione della revoca dei sei consiglieri di cui il fondo Elliott ha chiesto la testa sarà affrontata, com’era nei piani di Telecom, il prossimo 4 maggio.

Così il giudice civile di Milano, Elena Riva Crugnola, nell’ordinanza con cui ha accolto il duplice ricorso del cda di Tim e del principale azionista Vivendi contro la decisione del collegio sindacale di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea dei soci di domani con le richieste del fondo Elliott:

Il giudice inizia con il difendere TIM in merito alla decisione di far dimettere tutti i consiglieri del suo cda.

Tale dimissione, “oltre che non palesemente giustificata” non è neppure “diretta a perseguire un intento di danno in capo a Elliott”, che aveva richiesto “la revoca di taluni dei dimissionari e la loro sostituzione nell’assemblea del 24 aprile”.

Praticamente, “l’unico effetto prodotto dalle dimissioni” è quello di comportare “non la sostituzione dei soli amministratori per Elliot revocandi” ma quella “dell’intero cda, secondo la previsione statutaria (..) Che poi, come sottolineato da Elliot, la conseguenza delle dimissioni comporti, attraverso l’innesco della clausola ‘simul stabunt simul cadent’, anche l’innesco del voto di lista, non previsto invece secondo prassi interpretativa costante in Tim per le sostituzioni solo parziali di membri del cda”, tutto ciò “non configura, ad avviso del Tribunale, quella conseguenza di sicuro pregiudizio della posizione di Elliott” che secondo il fondo deriva “dalla condotta degli amministratori dimissioniari e della socia Vivendi”.

Per il giudice, la decisione dei sindaci di Tim di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea dei soci di domani con le richieste del fondo Elliott è “contraria alle regole legali e convenzionali”. Perchè in questo caso l’assemblea di Tim di domani si svolgerebbe “in contrasto con tali regole” e sarebbe “passibile di sfociare in deliberazioni invalide”.

Il problema, rileva il giudice civile di Milano, è che una delibera “medio tempore” come quella dei sindaci di Tim “appare suscettibile di dar corso ad un’assemblea su un odg per così dire ‘impossibile’ ai sensi statutari e normativi, con tutte le conseguenze in termini di successiva conflittualità endo-societaria”.

Fondo Elliott dopo decisione giudice

La risposta del fondo Elliott non si fa attendere. Il fondo scrive in un comunicato che la decisione del giudice civile di Milano “è solamente democrazia ritardata, non democrazia negata”.

“Elliott Advisors Limited (“Elliott”) crede che la decisione odierna sia solamente democazia ritardata, non democrazia negata; gli azionisti potranno esprimere la loro volontà alla assemblea straordinaria del 4 maggio”.