Tim: ora il risiko tlc si scalda davvero. Le parole di Labriola su consolidamento e l’arrivo di Poste

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Il mercato continua a seguire con estrema attenzione l’equity story Tim. Sebbene siano trascorsi solo pochi giorni dall’annuncio ufficiale da parte di Poste Italiane, che si prepara a diventare il primo azionista di Telecom Italia con una quota pari al 24,8% dopo avere rilevato una partecipazione pari al 15% dai francesi di Vivendi, c’è sempre un certo fermento attorno a Tim. Si sono riaccese “vecchie” luci che fanno rima con la parola consolidamento. Sono, infatti, diversi i rumors che si rincorrono in queste ore proprio sul tema del risiko del settore delle telecomunicazioni in Italia.
Una questione che era emersa con insistenza lo scorso febbraio e che in questi giorni è tornata alla ribalza dopo la mossa di Poste. Sul tema, un’apertura è tornato a mostrarla anche il numero uno di Tim, Pietro Labriola, che alla domanda se l’operazione (di Poste) fosse da considerarsi un consolidamento, ha precisato: “abbiamo avviato il primo pezzo, c’è ancora da fare”.
Caldo il tema del consolidamento tlc in Italia: le parole di Labriola
“Per quanto riguarda Poste siamo contenti di avere un’azionista di riferimento che vede la partecipazione in Tim come una partecipazione strategica. Penso sia importante per la nostra azienda e per il sistema Paese”, ha commentato il ceo Labriola a margine della presentazione di un evento sul 5G, indicando circa l’ipotesi di un consolidamento con i francesi di Iliad: “In Europa, come dicevamo prima, tutti quanti stanno dibattendo riguardo alla possibilità del consolidamento. Guardate in Francia, si parla di andare da 4 a 3 operatori. Quindi io auspico che a livello europeo il consolidamento venga accelerato“.
Vanno in questa direzione anche i recenti rumors di Reuters, secondo i quali Poste sarebbe aperta a discutere con Iliad un’eventuale fusione tra l’azienda francese e Telecom Italia, nell’ambito del consolidamento del settore delle telecomunicazioni in Italia. “Sebbene non siano ancora stati intrapresi passi formali, Poste è aperta a esplorare una potenziale integrazione tra Telecom Italia e Iliad, hanno detto le fonti chiedendo di rimanere anonime”, spiega l’agenzia stampa.
Insomma, tutto sembra convergere verso un matrimonio tra Tim e Iliad. Nel comunicato diffuso sabato scorso, in cui Poste ha annunciato di avere incrementato la partecipazione in Tim, la società guidata da Del Fante ha anche precisato che “svolgerà il ruolo di partner industriale per Tim sul lungo periodo, favorendo le sinergie tra le attività delle due aziende e promuovendo il consolidamento del settore tlc in Italia“.
Sul tema sinergie e ipotesi di consolidamento del mercato tlc, Equita segnala che “il beneficio più importante di breve per Tim deriva dal contratto di MVNO con Poste che consente di neutralizzare l’impatto negativo dal venir meno del contratto di Fastweb. Il piano industriale includeva l’acquisizione di un nuovo contratto MVNO e quindi non pensiamo che il beneficio per Tim rispetto alle prospettive di piano sia significativo al momento”.
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Oggi intanto è previsto il primo consiglio di amministrazione di Tim dopo la recente mossa Poste-Vivendi. In vista dell’assemblea prevista per il prossimo 24 giugno, si guarda alle modalità di riassetto del board, con il Sole 24 Ore che indica diverse opzioni. Una strada possibile è che alcuni amministratori possano dimettersi ed essere sostituiti dai rappresentanti di Poste oppure previo allargamento deliberato dall’assemblea del numero di membri del cda o ancora (ipotesi che da Equita indicano come meno probabile) per effetto di un completo rinnovo.
Tim e la view degli analisti
Tim protagonista anche a Piazza Affari, con gli analisti che mantengono una view positiva su Telecom Italia che da inizio anno ha messo a segno un rialzo di oltre il 28%. Il titolo che oggi viaggia sopra quota 0,31 euro ha toccato i massimi dell’anno lo scorso 28 marzo a quota 0,3186 euro.
In media il consensus raccolto da Bloomberg indica per Tim un prezzo obiettivo a 0,35 euro con potenziale upside del 9,4% e per il “rating consenso” le indicazioni sono: il 65% di giudizi Buy e il 30% Hold, mentre solo 1 analista dice Sell.