Tim in rialzo a Piazza Affari, il down della rete non tocca il titolo
Nella giornata di ieri si è verificato un massiccio attacco informatico da parte di hacker di tutto il mondo che ha colpito diversi Paesi tra cui l’Italia, la cui portata e gli effetti sono ancora tutti da chiarire e analizzare.
L’allarme è stato lanciato dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale i cui esperti hanno avvisato che gli hacker sono entrati in azione attraverso un “ransomware già in circolazione” che ha compromesso le funzionalità di decine di sistemi nazionali. Nel dettaglio, l’attacco ransomware è in gergo tecnico un malware, ovvero un “software malevolo” in grado di criptare i sistemi colpiti rendendoli illeggibili e non più utilizzabili senza una chiave di decifrazione, che viene fornita dagli hacker stessi dopo il pagamento di un riscatto.
Nel frattempo, la rete Tim ha presentato malfunzionamenti in tutta Italia.
Down di Tim, Labriola si sgancia dall’attacco informatico
Proprio nella mattinata di ieri si è verificato anche un inaspettato down della rete sia fissa che mobile di Tim che ha causato rallentamenti o blocchi totali in diverse città italiane. Da questo punto di vista sia l’ex monopolio delle telecomunicazioni che la Polizia Postale hanno escluso che il problema alla rete di Tim fosse attribuibile all’attacco informatico.
Ieri la società guidata da Labriola ha dichiarato che il down della rete è stato causato da un “problema di interconnessione al flusso dati su rete internazionale che ha generato un impatto anche in Italia”, disservizio che è stato risolto nel pomeriggio, con l’azienda che scusandosi per il disagio arrecato dichiara che sono in corso le analisi per capire l’origine del problema.
Tuttavia, alcuni esperti di cybersicurezza hanno ipotizzato che si sia verificato un problema sui router di Sparkle, la società di Tim che ha in gestione i cavi in fibra ottica del Gruppo e che secondo alcune indiscrezioni potrebbe essere in qualche modo collegato all’attacco informatico.
Kkr e l’offerta per la rete
Intanto, a Piazza Affari il titolo Tim si muove in rialzo dell’1,59% trovandosi cosi a quota 0,28 euro, con gli operatori di mercato che sono in attesa di novità sul futuro della rete, soprattutto dopo l’offerta non vincolante del fondo americano Kkr.
In tal senso, nel weekend sono giunti alcuni spunti interessanti: il Sole 24 ore che riporta un break-down piuttosto dettagliato dell’offerta di Kkr per la rete Telecom, che ora sarebbe valutata intorno a 20 miliardi di euro, “con il fondo americano che valuterebbe FiberCop nella forchetta 10-12bn (con 2 bn di differenza che sembrano essere l’earn out legato alla possibile successiva fusione con OF), Sparkle 1.25bn e quindi il complemento a 20bn (6.75bn) per la rete primaria (ex-backbone)”.
Le rassicurazioni al Governo
Ma non solo, secondo altre fonti di stampa, il fondo americano avrebbe offerto al nostro governo una serie di poteri di controllo strategico e supervisione in Tim. Secondo gli analisti di Equita che commentano gli sviluppi, “questo renderebbe più credibile l’offerta, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del ministro delle Finanze, Giorgetti, che ha più volte ribadito la necessità per il governo di assicurarsi il controllo strategico dell’asset più che il controllo del capitale”
Intanto, tutte le fonti di stampa ribadiscono comunque che CDP e Macquarie starebbero lavorando per presentare una contro proposta all’offerta di Kkr, entro il 24 febbraio (data in cui il CdA di TIM si troverà per valutare l’offerta di KKR) e questa eventualità secondo gli analisti di Equita aumenterebbe il potere negoziale di Tim.