Tim: Elliott possiede oltre il 5%. Le critiche alla gestione Vivendi nella lettera ai soci
Arrivano nuovi pezzi a comporre il puzzle Telecom Italia-Elliott-Vivendi. Le ultime novità riguardano la quota detenuta in Tim: il fondo attivista americano possiede oltre il 3% delle azioni ordinarie del gruppo di telecomunicazioni italiano, insieme a “strumenti finanziari” permette al fondo di detenere un interesse “superiore al 5%” delle azioni ordinarie della compagnia. È quanto si apprende dalla lettera aperta indirizzata agli azionisti di Telecom Italia dal fondo e pubblicata sul sito www.transformingtim.com.
Il fondo, che sta per comunicare la sua posizione alla Consob, precisa che “non intende controllare Tim ma semplicemente catalizzare un cambiamento che assicuri che la società sia gestita a beneficio di tutti gli azionisti” e ribadisce che “è necessario un board indipendente per migliorare la governance e la performance di Telecom”. “Sulla base della nostra approfondita ricerca – puntualizza ancora il fondo nella lettera – crediamo fortemente che ci possa essere un significativo upside per gli azionisti se un cda indipendente facesse dei passi per migliorare la direzione strategica e la governance”.
Elliott punta il dito contro Vivendi (che possiede una quota vicina al 24% in Telecom) e la sua gestione. In particolare, la lettera del fondo “descrive gli ostacoli per la creazione di valore sotto la guida di Vivendi”, indicando gli elementi sui quali, a suo avviso, è il caso di intervenire: “sottoperformance del titolo azionario consistente e persistente; fallimenti strategici; corporate governance e conflitti di interesse“.
Il fondo di Paul Singer ha inoltre confermato la nomina di sei amministratori, “candidati altamente qualificati per il consiglio di amministrazione della società, in sostituzione di sei amministratori nominati da Vivendi”. Elliott ritiene che i sei candidati possano conferire al board il potere di “correggere la persistente sottovalutazione del titolo che è presente in Tim”. In veste di azionista, Elliott si dice “entusiasta che candidati di rilievo siano disponibili a portare nuove prospettive e responsabilità al cda”. Il fondo “cerca di svolgere un ruolo costruttivo positivo in questo processo e di fungere da catalizzatore nel ritorno di Tim valutare la creazione”.
Nella lettera il fondo spiega che intende incoraggiare il nuovo board a esaminare alcuni elementi che portino a “una vera trasformazione strutturale”, come lo scorporo e vendita parziale della rete (NetCo); cessione parziale o totale di Sparkle; l’utilizzo dei proventi da operazioni strategiche per ridurre il debito e la reintroduzione di un dividendo.
Ieri mattina Tim ha annunciato di avere ricevuto dal fondo Elliott una richiesta di integrazione dell’agenda dei lavori dell’assemblea degli azionisti ordinari, convocata per il prossimo 24 aprile. In particolare, il fondo attivista chiede la revoca di sei amministratori: Arnaud Roy de Puyfontaine, Hervé Philippe, Frédéric Crépin, Giuseppe Recchi, Félicité Herzog e Anna Jones. Le nomine indicate da Elliott sono: Fulvio Conti, Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti, Luigi Gubitosi, Dante Roscini e Rocco Sabelli, in sostituzione di quelli revocati ai sensi del precedente punto all’ordine del giorno.
“Il cda sarà convocato nei prossimi giorni per l’assunzione delle determinazioni di competenza”, ha precisato Telecom Italia.