Price cap su gas europeo, Cingolani spiega la mossa volta a pervenire a un prezzo equo. Premier Grecia invia proposta dettagliata a UE
La guerra in Ucraina sta mettendo a dura prova l’Europa alle prese con rincari record sul fronte energetico, dalle bollette di luce e gas ai record toccati dai prezzi di benzina e diesel. Dopo il varo del piano RePowerEU, da più parti si invocano misure più nette per frenare il caro-energia.
L’Europa risulta fortemente legata a gas e petrolio che arrivano dalla Russia. Mosca fornisce circa il 40% del gas che l’Italia consuma ogni anno e in generale l’Unione Europea in toto è il più grande compratore del pianeta del gas russo. Ieri sera il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, è tornato a parlare di cap (tetto) al prezzo del gas europeo. Nel corso di un’intervista a La7, il ministro del governo Draghi ha spiegato come il prezzo del gas attuale risente delle tensioni del mercato e costa dieci volte il prezzo di estrazione, con speculazione molto forte. “Noi stiamo tuttora comprando gas dalla Russia e mettiamo nelle casse della Russia quasi un miliardo di euro ogni giorno. L’Europa potrebbe fare un price cap a cui tutti quelli che vendono gas devono sottostare”, è la proposta di Cingolani. Cosa ostacola in teoria un tale scenario? “Il punto è dare un prezzo più equo e allo stesso tempo più attrattivo”.
Non va dimenticato che il prezzo della bolletta elettrica è legato proprio a quello del gas.
La proposta greca
Un passo formale nella richiesta di un price cap per il gas è stato fatto dal premier greco, Kyriakos Mitsotakis, che ha inviato una lettera al presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dettagliando precise proposte tra cui quella di inserire un tetto ai prezzi del gas, proposto come parte di un intervento diretto dell’Ue sul mercato per limitare gli aumenti. Nel dettaglio Mitsotakis ha proposto un intervento di mercato in sei punti che includerebbe un tetto massimo di prezzo gas TTF (mercato di riferimento per il gas naturale in Europa), stabilire un intervallo entro il quale la volatilità dei prezzi sarebbe limitata, e un prezzo di emergenza in caso di interruzione della fornitura dalla Russia.
Il primo ministro greco ha affermato che l’intervento diretto sul mercato sarebbe giustificato dal conflitto in Ucraina, poiché: “È obbligo dei governi e delle autorità di regolamentazione intervenire quando circostanze straordinarie scardinano meccanismi di mercato altrimenti sani”. Nella lettera si aggiunge che il problema sono i prezzi e non la quantità.
La situazione dell’Italia
Adesso l’Italia sta diversificato le forniture di gas prendendo da Nord Africa e il gas liquido dal Nord America. Entro quanto tempo l’Italia sarà indipendente dalla Russia? “Nei prossimi mesi dovremmo avere oltre la metà di forniture da Russia da altre fonti, mentre entro 30 mesi potremmo azzerare dipendenza dalla Russia”, spiega Cingolani.
Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha sbloccato la realizzazione e il potenziamento di sei parchi eolici, in Puglia, Basilicata e Sardegna, che assicureranno una potenza pari a 418 MW. Nel dettaglio, si tratta di quattro nuovi progetti di impianti eolici. Quattro sono in provincia di Foggia, nel Comune di Castelluccio dei Sauri da 43,2 MW, nei Comuni di Cerignola e Orta Nuova da 58,5 MW, nel Comune di Sant’Agata di Puglia da 39,6 MW e nel Comune di Troia da 121,9 MW. Il Sole 24 Ore riporta un articolo sugli ulteriori possibili interventi del Governo considerati i cari energia e le richieste da parte delle associazioni di categoria. Tra le ipotesi ci tate dal quotidiano quella di concedere sostegni diretti alle imprese energivore in forma di sovvenzioni.
Allo studio inoltre la possibilità di cedere l’energia elettrica ritirata dal GSE (rinnovabile) a prezzi calmierati ai settori energivori e a rischio delocalizzazione.