Per Fed lavoro ‘facile’ nel breve, ma presto emergerà un grande dilemma. Cesarano (Intermonte) indica due asset da iniziare ad accumulare
L’inflazione statunitense accelera al +7,9% a/a a febbraio, nuovo massimo degli ultimi 40 anni, alimentando ulteriormente le pressioni sulla Fed che si riunirà settimana prossima. Gli operatori al momento incorporano attese di circa sei rialzi nel 2022. Allo tesso tempo, però, continua la fase di salari reali negativi dal momento che gli incrementi dei salari non riescono a tenere il passo dell’inflazione, il che potrebbe impattare in modo significativo sulla crescita nei prossimi mesi.
“La Fed ha lavoro facile nel breve dal momento che dovrà agire solo sul fronte inflazione ma, tra qualche mese, anche negli Usa, si potrebbe aprire il dilemma di politica monetaria (cosa privilegiare, inflazione o crescita) in vista di un possibile rallentamento marcato della crescita, anticipato proprio dalla lunga fase (11 mesi consecutivi) di salari reali negativi”, commenta Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte. L’esperto ritiene pertanto che i tassi a lungo termine potrebbero progressivamente stabilizzarsi ed essere sempre più espressivi delle attese sulla crescita piuttosto che delle attese di politica monetaria.
Se a questo si aggiunge la permanenza di elevate aspettative di inflazione, la prospettiva a detta di Cesarano è di una lunga fase di tassi reali negativi, in attesa che ad un certo punto le politiche monetarie trovino un bilanciamento maggiore tra crescita ed inflazione.
Cosa comporta questo a livello di asset da preferire nei prossimi mesi? “Condizioni di tassi reali negativi in prospettiva per il prossimo trimestre/semestre depongono a favore di un accumulo progressivo e graduale del comparto tech sull’equity e dell’oro“, spiega l’esperto di Intermonte.