Notizie Notizie Mondo Per Tesla un rally da urlo (+60% da ottobre), ma la sua volatilità non premia e Ytd perde contro il Nasdaq

Per Tesla un rally da urlo (+60% da ottobre), ma la sua volatilità non premia e Ytd perde contro il Nasdaq

20 Dicembre 2019 16:45

Tesla è così, un titolo molto volatile e spesso nervoso. Difficile da gestire ma che può dare grandi soddisfazioni. Quanto detto ha trovato conferma anche recentemente. Le azioni di Tesla hanno infatti superato quota 400 dollari nella seduta di ieri (massimo intraday di 406,85 dollari), chiudendo con nuovo record storico a 404,40 dollari. Il rally del titolo è iniziato lo scorso ottobre quando il produttore di automobili della Silicon Valley ha riportato un utile nel suo terzo trimestre che ha sorpreso gli investitori.

Le quotazioni sono infatti aumentate di quasi il 60% in questo trimestre, che potrebbe essere il migliore di sempre, superando le performance record del terzo trimestre del 2013. Tutto sommato è positiva anche la variazione da inizio anno (+21%), anche se ha sottoperformato l’indice di riferimento Nasdaq 100 (+38% ytd). Gli ultimi guadagni in Borsa hanno aumentato la capitalizzazione di mercato del produttore di auto elettriche a quasi 73 miliardi di dollari, davanti General Motors (53 miliardi) e a Ford (37 miliardi).

La svolta del terzo trimestre

Tesla, rispetto agli altri hi-tech, non ha brillato in questi primi 9 mesi del 2019, ma forse qualcosa è cambiando o così almeno sembra suggerire il mercato. Gli operatori infatti si attendevano conti ben più deboli per il terzo trimestre 2019 e invece, il gruppo guidato da Elon Musk, ha saputo stupire battendo il consensus.

In particolare, gli analisti si aspettavano un terzo trimestre con aggregati economici in calo su base annua e soprattutto una perdita netta non tanto lontana da quella archiviata nel secondo e terzo quarter dell’anno. Effettivamente, ricavi ed Ebitda si sono attestati in calo, rispettivamente a 6,3 miliardi (-8% a/a) e 876 milioni (-7% a/a), mentre la redditività al 13,9% è rimasta sui livelli del pari periodo del 2018. Quello che però ha sorpreso tutti è stato l’utile adjusted che, raggiungendo i 143 milioni (eps a 0,80), ha battuto le attese ferme ad un rosso di 234,4 milioni. Anche la guidance annunciata dal management per il quarto trimestre ha contribuito al risultato borsistico. Il management infatti si è detto molto fiducioso nella sua capacità di consegnare più di 360.000 veicoli nel 2019, il che significa che dovrà garantire almeno 105.000 consegne nel quarto trimestre dell’anno.

Tesla dovrebbe riportare le consegne nel quarto trimestre all’inizio di gennaio e i risultati del quarto trimestre probabilmente a febbraio. Gli analisti intervistati da FactSet si aspettano che la società riferisca un utile rettificato di 1,30 dollari per azione e ricavi delle vendite pari a 6,7 miliardi. Dati inferiori rispetto all’utile rettificato di 1,93 dollari e ricavi di 7,2 miliardi dell’esercizio 2018.

Gli analisti infatti sono ancora cauti sul titolo. Dei 37 che seguono Tesla (Fonte: Bloomberg), 12 consigliano l’acquisto delle azioni (buy) e 10 di mantenere in portafoglio (hold). Ben 15 analisti però suggeriscono la vendita del titolo (sell). E questo proprio per le difficoltà della società a generare utili in maniera costante.

L’espansione in Cina e la prima Gigafactory in Europa

La nuova Shanghai Gigafactory di Tesla, la prima sede al di fuori degli Stati Uniti, si sta lentamente espandendo in Cina, ma gli analisti non si aspettano di vedere la produzione di massa fino al prossimo anno. Secondo Musk la Gigafactory e il mercato cinese saranno le chiavi per il futuro dell’azienda, con l’aumento della domanda di veicoli Tesla in Cina. La fase 1 dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, annunciato la scorsa settimana, potrebbe favorire le operazioni di Tesla nel mercato cinese potenzialmente redditizio.

La casa automobilistica avrebbe dovuto ridurre i costi di manodopera e aumentare i margini di profitto presso la struttura, ma Bloomberg ha riferito che la società sta valutando la possibilità di tagliare il prezzo delle sue berline Model 3 costruite in Cina del 20% o più. I progressi nello stabilimento sono stati comunque un segnale di speranza per un’azienda che storicamente ha mancato le previsioni sulla produzione di veicoli.

Tesla prevede di costruire 500.000 veicoli elettrici all’anno nella sua nuova fabbrica alla periferia di Berlino. Lo riporta il quotidiano tedesco Bild. Il ceo di Tesla, lo scorso mese, ha annunciato che la quarta Gigafactory del gruppo, la prima in Europa, costruirà i veicoli Tesla Model 3 e Model Y. Sempre Bild rimarca che Tesla Gigafactory creerà 10.000 posti di lavoro con la costruzione dell’impianto che partirà nel 2020. Tesla investirà fino a 4 miliardi di euro nello stabilimento.

Le vendite dei veicoli Tesla sono aumentate nei paesi europei nei primi tre trimestri del 2019, nonostante un rallentamento del mercato complessivo delle nuove auto nel Vecchio Continente. Costruire una linea di produzione in Germania potrebbe aiutare Tesla a evitare le complessità dell’esportazione delle sue automobili dagli Stati in Europa.

Il Cybertruck scalda gli investitori

In quello che può confermarsi come uno dei suoi ben noti trionfanti tweet, Elon Musk, fondatore di Tesla, ha annunciato che il suo pickup elettrico Cybertruck, svelato al mondo con una presentazione a dir poco disastrosa, ha ricevuto 187.000 “ordini” dai clienti. La presentazione del Cybertruck è stata un vero e proprio flop, visto che si è conclusa con il tanto decantato vetro rinforzato Armor Glass, utilizzato per i fienestrini del nuovo fiore all’occhiello di Elon Musk – venduto al prezzo di 39.900 dollari – e descritto come infrangibile, andato praticamente a pezzi.

Anche quest’ultimo tweet di Musk potrebbe avere un effetto boomerang, visto che alcuni analisti fanno notare che i potenziali clienti hanno presentato non tanto ordini, ma preordini, il che non è esattamente la stessa cosa. Detto questo, il numero di preordini dimostrerebbe come la strategia di marketing di Tesla rimane ben solida. Pochi giorni fa Musk ha rincarato la dose e ha parlato di 200.000 preordini.

Probabile qualche presa di beneficio prima di ripartire (analisi tecnica) 

Il titolo Tesla dopo aver segnato a giugno il minimo 2019 a 177 dollari ha avviato una forte inversione, mettendo a segno il +130%, che ha permesso ai prezzi non solo di tornare sui massimi ma di fissarne di ulteriori a 406 dollari. Il quadro grafico per ora rimane comunque improntato al rialzo anche se qualche presa di beneficio sarebbe più che comprensibile visto il trend praticamente verticale di Tesla degli ultimi due mesi. RSI ancora in forte ipercomprato consiglia ancora forza del movimento e non possiamo escludere ulteriori apprezzamenti verso 410 e 415 dollari. Al ribasso invece il break dei 386 dollari potrebbe avviare un po’ di prese di beneficio come su citato riportando il titolo verso 370 e 360 dollari. Un segnale fortemente negativo verrebbe dal ritorno sotto i 300 dollari, per ora uno scenario molto lontano.