Tesla a rischio Armageddon, ecco la singola mossa con cui Trump potrebbe distruggere Musk

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La lite furiosa con Donald Trump rischia di costare carissimo a Elon Musk e al suo impero multimiliardario dello spazio e dei veicoli elettrici. Il presidente statunitense ha fatto capire espressamente che la Casa Bianca potrebbe mettere mano ai sussidi e contratti miliardari di cui godono le aziende dell’uomo più ricco del mondo.
Quale futuro per l’impero di Musk se Washington stacca la spina?
Da un’indagine del Washington Post emerge che l’impero in mano a Musk ha ricevuto almeno 38 miliardi di dollari in contratti governativi, sussidi, prestiti e crediti d’imposta, gran parte dei quali solo negli ultimi cinque anni. Almeno 6,3 miliardi di dollari nel solo 2024. Tesla e SpaceX non prosperano esclusivamente grazie a questi sostegni ma sono indubbiamente dei pilastri chiave del successo di entrambe le realtà. Sempre il Post spiega come la stessa esistenza e crescita di Tesla sarebbe stata impossibile senza un prestito a basso interesse di 465 milioni di dollari da parte del Dipartimento dell’Energia nel 2010 che permise al gruppo automotive di progettare la sua Model S di punta e di acquistare un’importante fabbrica in California. La società ha rimborsato il prestito entro il 2013, ma non prima che diventasse centrale per la sopravvivenza di Tesla e la sua Ipo.
La batosta dello stop ai crediti d’imposta per le auto EV
Tesla, che per anni è andata avanti segnando consistenti perdite operative, ha goduto di complessivi 11,4 miliardi di dollari in crediti normativi da programmi federali e statali che incentivano gli acquisti di veicoli a emissioni zero.
Il primo utile di Tesla arrivo nel 2020, ma senza i crediti federali la società avrebbe registrato una perdita di 718 milioni.
Trump ha già proposto di tagliare i crediti d’imposta e i sussidi chiave, incluso il credito EV di 7.500 dollari. Gli analisti di JPMorgan stimano un impatto su Tesla di 1,2 miliardi di dollari in termini di minori profitti annui.
Ma il vero nervo scoperto per Tesla è un altro
Trump ha minacciato di stracciare i contratti normativi in essere, colpendo quindi l’altro gioiello in mano a Musk, ossia SpaceX. Una mossa che appare improbabile data la posizione dominante di SpaceX e l’assenza di una soluzione alternativa per Washington per coprire i programmi spaziali. SpaceX è infatti attualmente l’unico fornitore di voli spaziali con equipaggio per la NASA e ha stipulato un contratto per de-orbitare in sicurezza dalla Stazione Spaziale Internazionale nel 2030.
Anche senza stracciare i contratti, Trump ha in mano un’altra arma molto potente, quella normativa, andando a rallentare o bloccare i progetti chiave di Musk. La Federal Aviation Administration (FAA) potrebbe limitare le espansioni del lancio di Starship.
C’è poi la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) che invece potrebbe intensificare il controllo delle funzionalità di guida autonoma completa e Autopilot di Tesla, mettendo a rischio lo sviluppo del prodotto, un tassello chiave nella strategia futura di Tesla e su cui si basa una buona parte della valutazione a forte premio della società di Musk rispetto a tutti gli altri competitor nell’automotive. “Se il governo Trump nella sua faida con Musk attacca i suoi interessi finanziari”, ha detto Paul Levinson, professore alla Fordham University, “è molto probabile che Musk non solo sopravviva, ma continui a prosperare. Ma i ritardi normativi potrebbero rimodellare le tempistiche e i margini”.
Nodo robotaxi
La rottura tra Trump e Musk, che ha portato a un crollo del 14% di Tesla nella seduta di giovedì scorso, è arrivata proprio a una settimana dal test programmato dei robotaxi di Tesla ad Austin, in Texas. L’attesa per l’auto a guida autonoma aveva contribuito al rally del 50% di Tesla a Wall Street nelle settimane successive alla conferma da parte di Musk del test ad Austin.
Prima del litigio Trump-Musk, la NHTSA aveva richiesto dati su come si comporteranno i taxi senza conducente di Musk in condizioni di scarsa visibilità. Questa richiesta fa seguito a un’indagine dello scorso anno, dopo diversi incidenti, tra cui uno che ha ucciso un pedone, su 2,4 milioni di Tesla dotate di software di guida autonoma completo. Anche il Dipartimento di Giustizia ha esaminato la sicurezza delle auto Tesla.
Ad aprile il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti aveva aggiornato il quadro di riferimento per i veicoli automatizzati introducendo requisiti semplificati. La regola aggiornata afferma che le aziende devono segnalare solo gli incidenti che coinvolgono sistemi di guida automatizzata di livello 4, del tipo ora gestito principalmente da società di robotaxi come Waymo. Questo rappresenta un enorme vantaggio per Tesla in particolare perché il sistema Autopilot e la guida autonoma completa sono solo sistemi L2. Le regole aggiornate andranno infatti a ridurre le segnalazioni di incidenti Tesla (Secondo i dati federali, Tesla ha presentato più di 1.500 segnalazioni di incidenti dal 2021 e ha rappresentato 40 dei 45 incidenti mortali elencati dalla norma). Anche qui se Trump decidesse di imporre un passo indietro reintroducendo regole più rigide non farebbe certo un favore all’ormai ex amico.