Tenaris debole in Borsa, Equita consiglia prudenza e taglia stime Ebitda 2011
Regna ancora l’incertezza su Tenaris. Oggi è Equita a consigliare un atteggiamento prudente sul titolo della società controllata dalla famiglia Rocca, in scia al permanere di una certa incertezza sull’andamento dei prezzi e di multipli già ragionevoli. L’outlook sul 2011 fornito dal management durante la conference di presentazione dei conti del terzo trimestre 2010 ha fatto brillare l’azione nel corso degli ultimi mesi dello scorso anno. Ma da inizio 2011 qualcosa è cambiato. Sono già diversi giorni che circolano indiscrezioni, smentite dalla società, su un possibile taglio delle stime relative al quarto trimestre.
Gli esperti di Equita hanno abbassato oggi le stime di Ebitda del quarto trimestre a 550 milioni di dollari dai precedenti 619 milioni “per riflettere minori volumi di tubi seamless a causa di ritardi nella consegna in Venezuela e Canada”. Per l’intero 2010, il broker milanese si attende quindi un Ebitda di 2,03 miliardi di dollari, mentre sul 2011 la stima è stata rivista al ribasso a 2,9 miliardi dai 3 miliardi indicati in precedenza. Il taglio incorpora “il recente rialzo dei prezzi nelle materie prime che verrà trasferito sui prezzi di vendita con un intervallo temporale di 4-5 mesi”.
Per quanto riguarda i volumi dell’anno in corso della divisione Pipes, Equita continua ad includere “una forte accelerazione sia dei tubi seamless e dei welded”. Gli esperti hanno confermato la raccomandazione hold sul titolo con target price portato a 16,7 euro dal precedente 15,7 euro. A Piazza Affari il titolo Tenaris continua a rimanere sotto pressione e lascia sul parterre lo 0,64% a 17,06 euro.
Il mercato però guarda con attenzione alla capacità di Tenaris di generare liquidità, con oltre 1 miliardo di dollari di cassa netta attesi per quest’anno. Un tesoretto che potrebbe essere utilizzato per continuare il piano di espansione attraverso una nuova acquisizione oppure per distribuire un maxi dividendo. Un’altra spinta per Tenaris è invece rappresentata dal prezzo del petrolio, che secondo la maggior parte degli esperti correrà verso i 100 dollari al barile.