Telecom presenta il piano e il titolo crolla ai minimi dal 1998
Per il 2008 il gruppo si aspetta ricavi consolidati per circa 31 miliardi di euro, in linea con il 2007, e un margine Ebitda organico al 38,5%, con investimenti industriali stabili rispetto al 2007. Per gli anni successivi è invece attesa una crescita dei ricavi tra +1 e +2% a livello consolidato e un Ebitda margin nell’ordine del 39%. II target per l’anno 2008 del business domestico prevedono ricavi superiori a 23 miliardi di euro (circa 15 miliardi di euro per le telecomunicazioni fisse e circa 9,8 miliardi di euro per quelle mobili), ancora in calo rispetto al 2007 “in gran parte per il protrarsi degli effetti delle discontinuità regolatorie del 2007 (Decreto Bersani, terminazione fisso-mobile, calo tariffe roaming europee)”, spiega una nota societaria, e un Ebitda margin attorno al 44% e investimenti industriali per circa 3,5 miliardi. Migliori le prospettive per gli anni successivi alla scadenza del piano industriale. “Si prevede -prosegue il documento – una inversione del trend negativo dei ricavi dal 2010, e una sostanziale stabilità del margine Ebitda”. Gli investimenti complessivi del triennio 2008-10 sono previsti nell’ordine degli 11 miliardi di euro.
Come accennato però il piano di Telecom prevede anche un graduale recupero della sua dimensione internazionale. Intento che, come si apprende dalla nota, passerà dal rafforzamento del mobile e dallo sviluppo delle offerte convergenti in Brasile; dalla crescita in Germania basata sull’integrazione tra Broadband Service Provider e Operatore Mobile Virtuale; dal possibile aumento dell’esposizione sul mercato argentino attraverso l’aumento della quota azionaria in Sofora. Il gruppo ha anche confermato il ruolo del Brasile come area strategica per lo sviluppo del business internazionale. “L’obiettivo è di mantenere la leadership nella crescita del mobile e di consolidare ulteriormente la posizione di mercato”, si legge nella nota. Per quanto riguarda TIM Brasil i target per il triennio 2008-10, a parità di perimetro e cambi prevedono un portafoglio clienti (SIM) pari a circa 37 milioni al 2008 e pari a circa 43 milioni al 2010, ricavi in crescita per circa il 12% nel 2008 rispetto al 2007 e circa dell’8% medio annuo nel periodo 2008-2010; un margine Ebitda superiore al 24% nel 2008 e attorno al 29% nel 2010; investimenti industriali pari a circa 1,5 miliardi di euro nel 2008, inclusi 0,5 miliardi di euro per l’acquisto di licenze UMTS a livello nazionale, e per circa 3 miliardi di euro complessivi nel triennio 2008-10.
Prevista nel piano anche la possibilità di tagliare qualche ramo secco, riconsiderando la presenza in aree in cui le condizioni di mercato o la struttura del business model non garantiscano ritorni adeguati; ma anche di valutare eventuali opportunità di sviluppo in nuovi mercati in cui si ritenga di poter creare valore partendo dal business model del mobile e dalla capacità del gruppo di implementare e gestire piattaforme tecnologiche e di servizio in modo competitivo. Il tutto avverrà, precisano da Telecom, nel pieno rispetto della disciplina finanziaria ed in particolare degli obiettivi di riduzione del rapporto Debito/Ebitda espressi nel piano.
Ieri sera a mercati chiusi Telecom aveva invece annunciato i risultati 2007, con numeri in linea con le aspettative, ma anche annunciando il boccono indigesto del taglio dei dividendi. Il consiglio di amministrazione di Telecom ha infatti deciso di dimezzare la cedola: il dividendo scende quindi da 0,14 a 0,08 per ogni azione ordinaria. L’utile consolidato è calato a 2.448 milioni di euro, in flessione del 18,8% rispetto allo stesso periodo del 2006, mentre i ricavi si sono attestati a 31.290 milioni. In flessione sia il margine operativo lordo (ebitda) e il risultato operativo (ebit) rispettivamente a quota 9.730 milioni (-8,3%) e a 5.435 milioni (-19,9%) rispetto alle cifre svelate nello stesso periodo del 2006. Nessun passo falso sul fronte del debito, a lungo al centro delle polemiche qualche settimane fa, che è diminuito da 37,3 a 35,7 miliardi.