Notizie Notizie Mondo Telecom Italia e le sue sorelle, una riscossa che tarda a venire

Telecom Italia e le sue sorelle, una riscossa che tarda a venire

1 Febbraio 2007 11:54

Il 2007 sarà l’anno delle telecom, pronte a prendersi la rivincita dopo essere state quasi totalmente ignorate dalla corsa dei listini azionari iniziata nel 2003. La previsione poteva essere letta nei report stilati negli ultimi mesi dello scorso anno da un gran numero di analisti e case d’affari. Ma il settore, finora e per l’ennesima volta, ha deluso le aspettative. Lo hanno ammesso gli esperti del Credit Suisse, secondo i quali il settore non ha avuto un’ottima performance nell’ultimo trimestre, e lo ha confermato Deutsche Telekom con una revisione al ribasso, la seconda nel giro di sei mesi, delle stime 2007 e dopo un 2006 non brillante. Le ultime stime rilasciate dal colosso tedesco vedono un margine operativo lordo a quota 19 miliardi di euro quest’anno, contro i 19,7 e 20,2 attesi in precedenza mentre i ricavi dovrebbero crescere leggermente. Il che mette in evidenza il cuore del problema che attanaglia i maggiori gruppi ex monopolisti europei, la riduzione dei margini dovuto all’apertura dei mercati e all’incremento della concorrenza.


Lo stesso timore aveva spinto Deutsche Bank a tagliare il target price di Telecom Italia il 25 gennaio scorso. Le attese per risultati deboli e un piano triennale (in uscita a marzo) che potrebbe riservare una riduzione delle stime di crescita dell’ebitda sono tra i principali motivi di preoccupazione della banca tedesca. Sulla compagnia telefonica nostrana hanno inoltre pesato le vicende dello scandalo intercettazioni, tornato al centro dell’attenzione con l’arresto di altri due esperti informatici del gruppo, e il vento di liberalizzazione nel Belpaese. Il recente decreto del ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, andrà infatti a colpire una fonte di ricavi molto importante (e tipicamente italiana) per le compagnie, i costi fissi di ricarica per i cellulari. Apprezzamenti convinti sul provvedimento sono giunti dalle Associazioni di consumatori insieme alla preoccupazione per un’eventuale compensazione per la perdita da effettuarsi mediante aumento delle tariffe. Un passaggio tuttavia non facile né automatico considerate le forti pressioni concorrenziali e l’interventismo mostrato dalle principali Authority sulla concorrenza.


Cosa rimane dunque di positivo per puntare su un settore che rischia di rimanere ancora nel dimenticatoio? Innanzitutto la riorganizzazione, indotta dagli eventi. Le nuove tecnologie spingono verso la fornitura di servizi a valore aggiunto che comprendano la voce come parte di un più ampio e onnicomprensivo pacchetto e, meglio tardi che mai, ciò sembra essere stato compreso dai principali operatori costretti a muoversi in un nuovo mondo dove confini e regole non sono ancora ben definiti. Tuttavia ciò non potrà che comportare, per il prossimo futuro, una forte necessità di investimenti che si assommerà alla riduzione dei margini di cui già si è detto. Non sarà, in parole povere, una battaglia incruenta.


Rimane inoltre la considerazione che il troppo pessimismo possa portare a sorprese positive. Ne ha dato oggi dimostrazione France Telecom alla presentazione dei risultati preliminari 2006 con ricavi in crescita del 7,5% e margini leggermente superiori alle attese.


A favore del comparto gioca poi la relativa convenienza dei prezzi delle azioni. Sia Deutsche Telekom che France Telecom e Telecom Italia negli ultimi mesi stanno cercando di invertire un trend negativo che le ha viste perdere terreno a partire dal 2005, mentre sul più lungo periodo i tre principali ex monopolisti del Vecchio continente non sono ancora riusciti a migliorare i livelli raggiunti nel 2002. Considerando infine le attese di mercato, anche queste finora disattese, per una correzione dei mercati, le telecom vengono indicate come un possibile “refugium peccatori” per le loro caratteristiche di difensività.