Notizie Notizie Italia Telecom Italia: per La7 c’è anche Della Valle, oggi il Cda

Telecom Italia: per La7 c’è anche Della Valle, oggi il Cda

18 Febbraio 2013 08:43

L’odierno consiglio di amministrazione di Telecom Italia dovrà fare i conti con Diego Della Valle, il nuovo contendente per La7. “Ho provveduto a far pervenire al Cda di Telecom Italia una nostra seria manifestazione di interesse riguardante l’acquisto di La7”, ha dichiarato in una nota il patron di Tod’s, ufficializzando così la sua discesa in campo per l’emittente televisiva. “Abbiamo richiesto al Cda che ci venga concesso il tempo minimo necessario per studiare il dossier“, ha proseguito e “qualora venga accettata la nostra richiesta abbiamo predisposto ufficialmente l’accesso alla documentazione, peraltro già accordatoci, dato mandato alla banca d’affari ed allo studio legale e tributario, pronti a verificare in tempi brevi tutta la documentazione”. L’imprenditore marchigiano ha poi sottolineato “l’idea di riunire nell’azionariato un gruppo di persone che vogliano bene al nostro Paese e che abbiano voglia di sostenere uno strumento di informazione importante, garantendone la totale autonomia, e di coinvolgere nell’azionariato professionisti che lavorano attualmente a La7, senza Mtv, e altri ancora che avranno voglia di partecipare al progetto”. “Per quanto mi riguarda – ha concluso – l’iniziativa deve essere considerata anche come un impegno civile che tutti insieme, quelli che vi parteciperanno, prenderanno nei confronti del Paese e di tutti i cittadini che considerano l’informazione seria e libera un grande strumento di democrazia”.

La proposta di Della Valle, come quella di Urbano Cairo, punterebbe alla sola La7, a differenza dell’offerta del fondo Clessidra che invece è interessato ai multiplex, ossia i canali digitali di Ti Media che rendono tra i 35 e i 50 milioni annui in termini di margine lordo.

Nei giorni scorsi alcune indiscrezioni di stampa davano il canale televisivo già nelle mani del fondo private equity di Claudio Sposito e già in occasione dello scorso board ma il tutto era stato bloccato dalla mossa a sorpresa da parte del presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, che aveva chiesto ai consiglieri espressione di Intesa Sanpaolo e di Mediobanca una dichiarazione scritta del loro conflitto di interesse ai sensi della legge Vietti del 2003. Perché? Perché Ca’ de Sass è l’advisor, con Merrill Lynch, del potenziale compratore Clessidra mentre Piazzetta Cuccia assiste il venditore Telecom e di fronte alla richiesta da parte di Bernabè si è deciso di prendere tempo. La cessione a Clessidra, secondo le voci, consentirebbe al colosso tlc di abbassare il debito di 80-100 milioni, con un miglioramento del rapporto debito/Ebitda di circa 220 milioni di euro.

Il board di oggi potrebbe essere l’occasione anche per saperne di più su possibili svalutazioni che, recenti voci, davano da un minimo di 2 ad un massimo di 4 miliardi di euro. Già nel 2011, il gruppo aveva rettificato il goodwill per 7,4 miliardi e attualmente possiede ancora 36,8 miliardi di avviamenti su mercato domestico. L’eventuale mossa, sempre secondo indiscrezioni, portererebbe ad un azzeramento contabile dell’utile 2012, anche se Telecom, tramite le riserve, potrà pagare il dividendo da 450 milioni di euro già annunciato per il periodo 2013-2015.

Per Equita l’ipotesi è ragionevole e non vede impatti visto che la politica dei dividendi è già stata annunciata e Telecom dispone di oltre 7 miliardi di riserve distribuibili. La Sim milanese ha confermato il giudizio hold con target price a 0,78 euro. Per Banca Akros (rating accumulate e prezzo obiettivo a 0,80 euro) una decisione in questo senso del board di Telecom avrà un impatto anche su Telco e i suoi azionisti che si riuniranno il 19 febbraio. Gli esperti ritengono probabile una nuova svalutazione del valore di carico della società delle telecomunicazioni dagli attuali 1,5 euro e la situazione finanziaria della holding, prosegue il broker, è instabile dato il nuovo flusso di dividendi (60 milioni annui) da Telecom che coprirà appena la metà delle spese finanziarie annuali.