Notizie Notizie Italia Elezioni 2013, Financial Times: Bersani rischia il ‘Prodi bis’. Dagli indecisi possibili sorprese

Elezioni 2013, Financial Times: Bersani rischia il ‘Prodi bis’. Dagli indecisi possibili sorprese

18 Febbraio 2013 08:24
Dalle elezioni del 24-25 febbraio 2013, aspettatevi l’inaspettato. E’ l’avvertimento del Financial Times, che evoca lo spettro del governo Prodi, iniziato sotto i migliori auspici nel 2006 e malamente terminato un paio d’anni dopo a causa della maggioranza instabile in Parlamento. Nonostante la coalizione di Mario Monti sembri votata ad arrivare ultima, e quella di Bersani paia la favorita, attenzione a non incappare in un “Prodi bis” che potrebbe ribaltare le sorti, avverte Wolfgang Münchau dalle colonne del giornale britannico. Bersani avrebbe infatti un cospicuo premio di maggioranza alla Camera (grazie al Porcellum), ma al Senato il suo margine di manovra potrebbe essere molto più risicato.
“Se i sondaggi sono corretti”, si legge, “Bersani condurrà una coalizione che include le formazioni più diverse: il conservatore Monti e i suoi alleati cristiano-democratici, che governavano con Berlusconi; un nucleo di socialisti vecchio stampo all’interno del Partito Democratico; più il partito di Sinistra, Ecologia e Libertà di Nichi Vendola. Monti e Vendola hanno escluso alleanze post-voto, ma la distanza ideologica tra il professore e i socialisti è almeno altrettanto grande.
Quanto alla destra, Berlusconi si è rivelato efficace in campagna elettorale, riducendo in breve tempo il gap nei sondaggi tra il Popolo delle Libertà e i Democratici di Bersani. Il sospetto è che la destra sarà la grande vincitrice di queste elezioni: o con una improbabile vittoria di Berlusconi, o con un raggruppamento della destra che emergerà come una potente opposizione anti-austerity e anti-euro contro un governo già debole e diviso.
L’esito più probabile – continua Münchau – è una maggioranza frazionata di centro-sinistra e una destra che probabilmente si compatterà nell’opposizione anti austerità e probabilmente anti moneta unica.
Ma ciò che rende azzardata ogni tipo di previsione è il gran numero di indecisi, un numero inusitato che curiosamente è andato crescendo durante la campagna elettorale. Così stando le cose, una sorpresa, in qualsiasi direzione, sarà sempre possibile”.