Notizie Notizie Italia Telecom Italia corre a Piazza Affari su voci fusione Wind-H3G. Bassanini su piano banda ultralarga

Telecom Italia corre a Piazza Affari su voci fusione Wind-H3G. Bassanini su piano banda ultralarga

11 Marzo 2015 09:28
Telecom Italia prende il volo a Piazza Affari. Il titolo del gruppo tlc sul Ftse Mib segna un rialzo del 5,1% a 1,092 euro. L’azione beneficia delle nuove voci su una imminente fusione tra Wind e H3G. A riportarle il Financial Times secondo cui i russi di Vimpelcom, a cui appartiene Wind, e la cinese Hutchison Whampoa, che controlla H3G, sarebbero in trattative per una possibile integrazione delle due attività italiane. L’operazione vedrebbe la nascita di una newco, con la società asiatica al 51% e i russi al restante 49%
“Le indiscrezioni su questo accordo si sono intensificate negli ultimi mesi”, commentano gli analisti di Banca Akros. “L’attivismo di Hutchison in Europa ha finora coinvolto Austria, Irlanda e Regno Unito e il dossier italiano appare come l’ultima mossa significativa per consolidare il settore mobile”. Per gli esperti, le implicazioni positive per il settore sono chiare, come nella maggior parte  dei casi di consolidamento del mercato che porta a prezzi più alti e margini più elevati. “Implicazioni positive per Telecom Italia e Vodafone“, scrive il broker.
Il titolo trae spunto anche dall’intervista rilasciata a La Repubblica da Franco Bassanini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, in cui si è parlato di un piano per la banda ultralarga, con investimenti comuni e controllo in mano a Telecom Italia, una volta completato il piano di investimenti. “Dove occorre la rete tutta in fibra, in astratto, la soluzione più efficiente è una struttura condivisa da tutti: si tratta, in gran parte d’Italia, di un monopolo naturale, la concorrenza può dispiegarsi fra i fornitori di servizi”. E ancora: “Se la rete fosse partecipata da tutti, con un piano di investimenti concordato e adeguate garanzie di trattamento, una maggioranza Telecom potrebbe anche funzionare. Ma Telecom non vuole condomini”. 
Bassanini prosegue: “Come è noto abbiamo offerto a Telecom l’ipotesi di entrare in Metroweb, partecipata da Cdp e F2i. Ma l’Antitrust accetterebbe che Telecom, l’incumbent, acquistasse la maggioranza dell’unico operatore di rete neutrale che oggi offre fibra in condizioni di assoluta parità di accesso? Lo farebbe nel momento in cui il nuovo piano di investimenti non è ancora stato realizzato, con il rischio che Telecom possa operare per frenarlo? L’ipotesi è che Telecom entri ora in minoranza ma con il diritto di acquisire la maggioranza una volta realizzato il piano di investimenti“.
Il consolidamento del settore europeo passa quindi anche da due temi fondamentali: la già citata rete di nuova generazione e i ripetitori televisivi, quest’ultimo recentemente alla ribalta dopo l’offerta lanciata dalla controllata di Mediaset, Ei Towers, alle torri di Rai Way, sotto l’ala di Via Mazzini e da poco sbarcata in Borsa. Ieri intanto alle audizioni alla Camera e al Senato hanno parlato l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, e il sottosegretario del governo Renzi con delega alle tlc, Antonello Giacomelli. Proprio quest’ultimo ha voluto sottolineare che non c’è nessuna ipotesi di separazione della rete dell’ex monopolista delle telecomunicazioni: “Scorporo e switch off sono termini che non sono neppure pronunciabili“, ha detto ribadendo quanto detto anche da Patuano. L’Ad ha però confermato la presenza di trattative sui contenuti, dopo la partnership con Sky: Telecom ha “conversazioni in corso con Mediaset, con Netflix e con altri operatori, la nostra piattaforma è aperta“.
Giacomelli da parte sua ha parlato anche del piano varato la scorsa settimana dal Cdm: “Aspettiamo e sollecitiamo risposte più ambiziose di quelle che abbiamo visto da parte dei privati”, spiegando che si tratta di immaginare un processo di sviluppo. “Abbiamo immaginato di realizzare una rete a prova di futuro”. Per il sottosegretario, Metroweb deve farsi “parte attiva” del piano: “avrà un ruolo da protagonista rispettando i piani di tutti i privati, purché i privati non pensino di avere una sorta di diritto di veto per impedire la realizzazione del piano, questo non è possibile”. E su RaiWay: “Finché non è terminata completamente l’iniziativa in corso è molto difficile e scorretto affrontare una discussione che possa disturbare l’iter” dell’operazione. Ma apre alla possibilità di un operatore unico: “Io non sono spaventato dall’operatore unico nazionale“.