Telecom Italia: America Movil guarda a Tim Brasil e scalda il titolo in Borsa
Telecom Italia tra le protagoniste a Piazza Affari in scia alle nuove indiscrezioni di stampa sulla controllata brasiliana Tim Brasil, confermate dal direttore finanziario di America Movil, Carlos Garcia-Moreno, a Bloomberg. Secondo quanto ha riportato dal giornale carioca Estadao, gli operatori telefonici Oi, Vivo e Claro (gruppo America Movil) avrebbero intenzione di presentare un’offerta per Tim Brasil entro il 30 settembre.
In particolare, ha scritto il periodico che ha citato Broadcast (servizio di notizie in tempo reale di Agencia Estado) e che a sua volta ha fatto riferimento ad una fonte vicino alle trattative, Oi e Claro potrebbero formalizzare la propria offerta già nei prossimi giorni mentre Vivo, da parte sua, potrebbe invece metterci più tempo considerato che la sua controllante Telefonica è in piena negoziazione per l’acquisto di Gvt da Vivendi. Il valore dell’offerta, scrive Estadao, sarebbe superiore ai 30 miliardi di reais (circa 10 miliardi di euro), pari all’attuale valore di mercato di Tim Brasil.
Ieri, il Cfo di America Movil, Garcia-Moreno ha rivelato in un’intervista telefonica rilasciata a Bloomberg che la società di Carlos Slim avrà colloqui con Oi per unirsi a una possibile lancio di un’offerta sulla controllata carioca della compagnia di telecomunicazioni italiana. La stessa Oi che avrebbe incaricato Btg Pactual di preparare una proposta di acquisto per Tim Brasil.
Intanto ieri Fitch ha confermato il rating su Telecom Italia a BBB- con outlook negativo. I rating dell’ex monopolista di Stato, spiegano gli esperti, sono supportati dalla forte posizione sul mercato domestico sia fisso che mobile e da un contesto operativo che, sebbene attualmente sfidante pone meno pressioni nel lungo termine rispetto ai principali concorrenti europei. L’outlook negativo è invece connesso al profilo di indebitamento di Telecom Italia, che continua a riflettere l’eredità della passata struttura proprietaria, la debolezza dei cash flow e la scarsezza di alcune leve come il potenziale delle vendite di asset no core.