Telecom completa il piano di dismissioni, l’ultimo tassello è l’addio all’isola di Castro
Telecom Italia verso l’addio a Cuba. Secondo indiscrezioni di stampa, riportate questa mattina dal Sole 24 Ore, il gruppo tlc sarebbe prossimo alla cessione del 27% detenuto in Etecsa Cuba, società di telecomunicazioni controllata dal governo dell’Avana. E proprio il Governo cubano, che attualmente detiene il 73% di Etecsa, sarebbe pronto a salire al 100% del capitale. Nell’ultima semestrale di Telecom, la partecipazione nell’azienda caraibica era valutata 307 milioni di euro. “La quota in Etecsa ha contribuito per 54 milioni di euro al risultato netto 2009 di Telecom Italia (2,5% dell’utile netto ricorrente di gruppo) – fanno notare gli analisti di Equita nella nota odierna -. Nella nostra stima esprimiamo una valutazione minima di 530 milioni di euro per lo stake”.
Etecsa opera a Cuba in regime di monopolio e controlla circa 1,14 milioni di linee fisse e 890 mila di mobili. Già lo scorso ottobre l’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, aveva spiegato che le trattative per la cessione del 27% in Etecsa erano in fase avanzata. “Etecsa è una minority stake, ed in questo senso cedibile, ma con buona redditività e buone prospettive di crescita. La cessione risulterà quindi opportuna solo se lo stake sarà valutato congruamente”, è l’opinione del broker milanese che conferma il rating hold su Telecom con target price a 1,20 euro. Intermonte (neutral con prezzo obiettivo a 1,25 euro) sottolinea invece un altro aspetto: “una volta terminata questa operazione, Telecom avrebbe concluso il suo piano di dismissioni”.
Infatti, le cessioni in Francia e Germania hanno portato nelle casse dell’ex monopolista circa 1,65 miliardi di euro. Una cifra che ha sostenuto il processo di riduzione del debito. L’indebitamento finanziario del gruppo è diminuito nel terzo trimestre 2010 a 32,98 miliardi dai 33,94 miliardi dello scorso dicembre. Telecom Italia è quindi sulla buona strada verso il target del debito di fine anno, confermato a quota 32 miliardi. Inoltre, la cessione del 27% della partecipata cubana potrebbe essere vista come “uno sviluppo positivo per ridurre ulteriormente il debito (l’1,1% del totale)”, sottolineano gli analisti di Banca Akros.
Ma il 2010 di Telecom non è stato solo caratterizzato dalle cessioni. Le luci sono arrivate soprattutto dalla vittoria nella partita sudamericana, con il rafforzamento di Tim Brasil e l’intesa strappata in Argentina con la famiglia Werthein, che ha significato la fine di una battaglia durata oltre due anni e potrebbe spalancare le porte a nuove mire espansionistiche nel continente latinoamericano. “Prevediamo di investire circa 2 miliardi di euro nei prossimi anni per la dotazione infrastrutturale del Paese”, è la promessa di Franco Bernabè.