Missione compiuta in Russia: Scaroni firma con Miller, è accordo con Gazprom fino al 2012
Era una partita che si giocava sul velluto la trasferta in Russia di Paolo Scaroni, l’amministratote delegato di Eni. Con l’ad di Gazprom, Alexey Miller, il numero uno della società petrolifera italiana ha firmato oggi la proroga dell’accordo strategico siglato tra le due aziende nel novembre 2006. L’accordo, in scadenza il 31 dicembre 2010, sarà dunque esteso fino al 2012, con successivi rinnovi automatici annuali salvo diverse disposizioni di almeno una delle due società. L’estensione della durata renderà possibili iniziative industriali e commerciali sia nella Federazione Russa sia in mercati terzi.
L’occasione è stata sfruttata anche per firmare accordi di cooperazione tecnico-scientifica tra le due società nei settori upstream e downstream. Tali intese prevedono la nascita di gruppi di lavoro integrati per lo studio dell’applicazione di tecnologie e processi di perforazione, produzione, trasporto, risparmio energetico e GNL, nonché la formazione e lo sviluppo del personale. Firmato il 14 novembre 2006 a Mosca, l’accordo strategico Eni-Gazprom prevede la creazione di un’alleanza in grado di consentire alle due società di realizzare progetti comuni nel midstream e downstream del gas, nell’upstream e nella cooperazione tecnologica.
Tra questi, il progetto South Stream il sistema di gasdotti, attualmente allo studio, che collegherà la Russia all’Unione Europea attraverso il Mar Nero contribuendo a migliorare in maniera significativa la sicurezza di approvvigionamento di energia per l’Europa. Al di là della missione russa sebbene il clima invogli alle festività, sono giorni intensi al quartier generale di Eni a San Donato. Il Consiglio di Stato ha fatto un regalo di Natale al Cane a sei zampe: ha ridotto la multa che l’Antitrust aveva inflitto ad Eni nel 2006 per abuso di posizione dominante nel gas. Come segnalano gli analisti di Equita, che ribadiscono buy sul Cane a sei zampe con target a 19 euro, il motivo della riduzione è stato il ravvedimento operoso meso in atto dal gruppo che ha investito nel rafforzamento del Transmed e del TAG.
Non ha ancora deciso invece il Venezuela, che sta puntando a una revisione della legge sul gas, finalizzata a aumentare le tasse e a ricondurre tutta la futura produzione nelle mani di joint ventures a maggioranza PDVSA. “Nonostante l’elevato rischio paese, non ci dovrebbero essere impatti negativi per Eni, che già opera in joint venture con la compagnia di Stato nei due mega progetti in fase di sviluppo: Perla (gas) e Junin 5 (heavy oil, Orinoco belt)”, commentano gli esperti di Intermonte che ribadiscono outperform con tp a 19 euro su Eni.