Tasso di disoccupazione Usa in calo, effetto della crescita di chi non cerca più lavoro
Due sorprese di segno opposto hanno caratterizzato i dati sul mercato del lavoro resi noti dal Dipartimento del Lavoro Usa alle 14:30. Negativa quella relativa alla variazione degli occupati nei settori non agricoli, calati di 20.000 a gennaio contro attese degli analisti che si attestavano in una forchetta compresa tra le 5.000 e le 20.000 unità. Positiva quella riguardante il tasso di disoccupazione, sceso al 9,7% a fronte di stime che prevedevano un rialzo al 10,1% o una conferma al 10%. In questo secondo caso, tuttavia, il calo è almeno in parte legato all’incremento di disoccupati che hanno smesso di cercare lavoro, 1,1 milioni contro i poco più di 730.000 dello stesso periodo dell’anno precedente.
“Il dato sui non-farm payroll non è significativamente peggiore delle attese – commentano gli esperti di High Frequency Economics – ma è da tenere presente la revisione al ribasso delle rilevazioni precedenti pari a 245.000 unità nei cinque mesi fino a dicembre”.
Per quanto riguarda il mese di dicembre la revisione è stata di 65.000 unità con una riduzione di 150.000 occupati contro la lettura preliminare a 85.000. Migliorativa la revisione del mese di novembre, da 4.000 a 64.000 occupati. Il dato peggiore è però giunto dall’aggiornamento del numero di posti di lavoro persi nel corso della recessione che, secondo il Dipartimento del Lavoro americano, ha superato abbondantemente gli 8 milioni attestandosi a 8,4 milioni di unità.
“La scomposizione del dato sui non-farm payroll – prosegue il commento degli analisti di High Frequency Economics – evidenzia la creazione di 11.000 posti nel comparto manifatturiero, il primo segno positivo dal novembre 2007. In crescita anche i posti di lavoro nei servizi, di 48.000 unità, mentre il settore costruzioni ha tagliato 75.000 occupati dopo i 32.000 di dicembre. In crescita infine anche l’occupazione nel pubblico impiego (+33.000). Nel complesso il trend della variazione di occupati nei settori non agricoli continua a migliorare anche se molto lentamente”.