Notizie Notizie Mondo Tassi negativi fanno lievitare il rischio dei bond più sicuri

Tassi negativi fanno lievitare il rischio dei bond più sicuri

8 Ottobre 2019 08:33

Il perdurare dei tassi negativi  anche sulle obbligazioni investment grade sta spingendo gli investitori ad assumersi sempre più rischi. Buona parte dei bond mondiali, dai titoli di Stato ai corporate, offrono ormai interessi negativi e investire denaro su questi assets sta cominciando a diventare, oltre che controproducente, sempre più rischioso.

Se infatti è vero che, da un lato le banche centrali stanno spingendo i mercati finanziari per mantenere a lungo il costo del denaro a zero o prossimo allo zero scoraggiando i depositi bancari, dall’altro c’è il rischio che al primo cenno di ripresa economica mondiale i prezzi delle obbligazioni possano iniziare a scendere velocemente. Insomma, la corda appare oggi molto più tirata rispetto solo a un anno fa quando la Fed aveva già prudentemente abbandonato la politica monetaria espansiva.

Come precisa Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier, “l’impatto della politica monetaria basata su tassi costantemente negativi si fa sentire ogni giorno di più, invitando così ogni risparmiatore o sottoscrittore di mutui a rivedere i modus operandi di una volta. Le ultime settimane tracimano di esempi sintomatici delle conseguenze, sui risparmiatori europei, di queste scelte monetarie radicali”. Così ad essere coinvolti nel turbine dei tassi negativi non sono solo i bond ma anche i depositi bancari.”

Le banche iniziano a far pagare i depositi ai clienti

A settembre, diverse banche europee in Francia, Germania e Olanda hanno annunciato di voler applicare tassi negativi sui conti correnti sopra una certa soglia di depositi. Una misura già in vigore in Svizzera per alcune grosse banche su depositi superiori al milione di franchi e rilanciata la scorsa settimana anche dall’amministratore delegato di Unicredit Jean Pierr Mustier in quale ha detto che per garantire “la massima efficienza” alla politica monetaria della BCE, “sarebbe estremamente importante che i tassi negativi non si fermassero ai bilanci bancari”. Tradotto: bisogna iniziare a colpire anche i depositi dei clienti sui conti correnti. Quindi la tassazione negativa dei conti potrebbe presto allargarsi a tutta l’Europa.

Impatto dei tassi negativi sulle assicurazioni

Ma non sono solo le banche ad alzare gli scudi e ad allarmare i risparmiatori. Anche le assicurazioni cominciano a mettere le mani avanti.  “In Francia, Generali e Allianz – fa notare De Berranger – hanno inferto un duro colpo annunciando la fine dei “fonds en euros” che l’avevano fatta da padrone nelle assicurazioni vita. Le compagnie di assicurazione, con le attuali condizioni di mercato, non possono più promuovere un prodotto finanziario con caratteristiche tanto generose, tra cui liquidità, garanzia del capitale e versamento degli interessi maturati ogni anno, oltre ad agevolazioni fiscali per l’imposta sul reddito e le tasse di successione”.

Bond assicurativi: aumenterà il rischio

E’ quindi evidente che l’onda l’unga dei tassi a zero promossi dalle banche centrali avrà ripercussioni sui prodotti assicurativi e sui relativi titoli obbligazionari che le compagnie di assicurazione emettono sul mercato, finora garantiti da rating elevati. Il perdurare dei tassi negativi è quindi una minaccia per molti titoli assicurativi ritenuti sicuri e le relative conseguenze sul rischio di insolvenza degli assicuratori ai sensi della direttiva Solvency II.  “Se questa situazione dovesse prolungarsi – osserva De Berrenger – gli assicuratori non sarebbero semplicemente più in grado di garantire il capitale o di versare un rendimento garantito su questi supporti finanziari. Per questo motivo, si fa di tutto per dissuadere i risparmiatori dall’investire in questi fondi orientandoli piuttosto verso gli investimenti immobiliari, le unit linked o il private equity accomunati da due caratteristiche: la riduzione del rischio di bilancio per la compagnia assicurativa e la prospettiva offerta al risparmiatore di un rendimento a lungo termine non nullo o negativo”.