Sempre più banche lanciano manovre lacrime e sangue. HSBC pronta a licenziare 10.000 dipendenti
HSBC è l’ultimo gigante bancario che potrebbe annunciare, a breve, una manovra di lacrime e sangue per i suoi dipendenti: 10.000 a casa, stando a quanto riporta il Financial Times, nell’ambito del piano del ceo a interim, Noel Quinn, che punta alla riduzione dei costi.
L’annuncio dei licenziamenti, precisa il Financial Times, potrebbe arrivare in concomitanza con la pubblicazione dei risultati di bilancio del terzo trimestre, da parte di HSBC, alla fine di questo mese. Secondo le indiscrezioni, i tagli colpirebbero soprattutto il personale che percepisce compensi elevati, e sarebbe dovuto al contesto di bassi tassi di interesse – che nuociono alla redditività delle banche -; alla storia infinita della Brexit; e alle ripercussioni negative che la guerra commerciale sta avendo sull’economia globale.
Proprio lo scorso mese HSBC, che è la seconda banca britannica per valore di mercato, ha annunciato a sorpresa l’uscita di scena dell’AD John Flint, dopo appena 18 mesi dall’assegnazione dell’incarico, senza dare alcuna spiegazione alla sua mossa.
Così una fonte interna alla banca all’FT spiega intanto il maxi taglio che il gigante si appresterebbe a lanciare:
“E’ da anni che sappiamo che dobbiamo agire sulla base dei costi, rappresentata per la maggior parte dai dipendenti. E’ stato molto difficile – ha continuato la fonte – riuscire a modellare (il progetto). Ci stiamo chiedendo come mai abbiamo così tante persone impiegate in Europa, quando otteniamo guadagni a due cifre in Asia”.
I rumor su HSBC non sono sicuramente un fulmine a ciel sereno. Le americane JP Morgan e Wells Fargo sono state costrette, per esempio, a rivedere al ribasso i loro outlook sul 2019 a causa dei tassi di interesse a livelli stracciati. Tassi zavorrati dalle politiche monetarie ultra-accomodanti lanciate dalle banche centrali, che stanno continuando a iniettare liquidità per far fronte al deterioramento dei fondamentali economici, a livello mondiale.
Non si può non pensare agli altri rumor che intessano alcune rivali. A fine luglio l’agenzia Bloomberg aveva parlato di un piano di UniCredit volto ad avviare 10.000 esuberi, soprattutto in Italia; ancora prima, Deutsche Bank aveva stimato una riduzione di 18.000 posti di lavoro da avviare con il piano di ristrutturazione più imponente della sua storia , mentre Société Générale ad aprile aveva annunciato l’intenzione di mandare a casa 1.600 dipendenti a livello globale.
Idem la seconda banca tedesca Commerzbank che, nell’ambito di un piano di ristrutturazione, ha annunciato 4.300 (un decimo della sua forza lavoro) licenziamenti e la chiusura di 200 filiali.