Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Tassi Fed:  a caccia di indizi a Jackson Hole. Attesa per le parole di Powell

Tassi Fed:  a caccia di indizi a Jackson Hole. Attesa per le parole di Powell

23 Agosto 2023 09:51

Nel mondo dell’economia e della finanza è uno degli appuntamenti clou di agosto. Si tratta del simposio annuale sulla politica economica di Jackson Hole organizzato dalla Fed di Kansas City che ogni anno ospita i principali banchieri mondiali ed esponenti del mondo economico/finanziario nel Wyoming e che quest’anno si terrà dal 24 al 26 agosto. Un appuntamento che ogni anno offre spunti sui possibili futuri passi delle principali banche centrali mondiali, a cominciare proprio dalle Fed. Cresce, infatti, l’attesa per l’intervento del presidente della banca centrale Usa Jerome Powell che parlerà venerdì 25 agosto, aprendo ancora una volta ufficialmente l’evento.

I mercati sono alla finestra in attesa di carpire le potenziali future mosse della Fed, soprattutto dopo i verbali della riunione di fine luglio dai quali sono emersi nuovi rischi al rialzo per l’inflazione e in vista del meeting del 20 settembre.

Jackson Hole, a caccia di indizi su mosse Fed

Giunto alla sua 46esima edizione, quest’anno si focalizzerà sul tema  “Structural Shifts in the Global Economy” (Cambiamenti strutturali nell’economia globale). Il focus sarà sui “i differenti sviluppi significativi e potenzialmente duraturi che incidono sull’economia globale”, si legge sul sito della Fed di Kansas City. Ma il mercato si concentrerà soprattutto sul discorso di Powell, a caccia di indizi dopo l’annuncio di un nuovo rialzo dei tassi a luglio (ora i Fed funds sono nel range 5,25-5,5%, il livello più alto degli ultimi 22 anni).

Proprio da Jackson Hole, un anno fa, Powell aveva rimarcato la ferrea lotta all’inflazione da parte della Fed. Il numero uno della banca centrale Usa aveva dichiarato che avrebbe continuato ad alzare i tassi di interesse e li avrebbe lasciati elevati per un più per eliminare l’inflazione. “Sebbene tassi di interesse più elevati, crescita più lenta e condizioni del mercato del lavoro più deboli ridurranno l’inflazione, porteranno anche un pò di sofferenza alle famiglie e alle imprese”, aveva affermato Powell nell’agosto 2022.

Serrata lotta all’inflazione

L’inflazione resta il tema chiave. I verbali della riunione di luglio hanno messo in evidenza come i policymaker vedano ancora rischi significativi al rialzo, con l’inflazione che potrebbe rimanere più alta del previsto. Uno scenario che potrebbe richiedere ulteriori rialzi dei tassi. “Con l’inflazione ancora ben al di sopra dell’obiettivo di lungo periodo del Comitato e il mercato del lavoro ancora teso, la maggior parte dei partecipanti ha continuato a vedere significativi rischi al rialzo per l’inflazione, che potrebbero richiedere un ulteriore inasprimento della politica monetaria”, si legge nei verbali del Fomc relativi alla riunione di fine luglio. Con l’inflazione, si legge nel documento, che ¨è rimasta su un livello inaccettabilmente alto”.

Sempre a luglio Powell ha ribadito un approccio legato ai dati, riunione dopo riunione. “Continueremo ad adottare un approccio data dependent”, ha dichiarato il mese scorso il numero uno della Fed nel corso della conferenza stampa, aggiungendo “faremo attente valutazioni, meeting dopo meeting”. Ma ha anche sottolineato che i funzionari intendono “mantenere la politica restrittiva finché non saremo sicuri che l’inflazione sta scendendo in modo sostenibile al nostro obiettivo del 2%, e siamo pronti a inasprire ulteriormente” se necessario.

Al momento, secondo le indicazioni del FedWatch Tool della CME, sono pari all’86,5% le probabilità che la Fed non tocchi i tassi nella riunione del prossimo 20 settembre (prendendo di fatto nuova pausa come è accaduto nel mese di giugno).

Draghi e le parole pronunciate a Jackson Hole quasi 10 anni fa

Ma perché l’evento di Jackson Hole catalizza così tanto l’attenzione dei mercati e degli investitori? Negli anni proprio nel corso di questo simposio sono state anticipate, alcune svolte storiche in termini di politica monetaria. Tra quelli maggiormente citati, c’è l’annuncio del 2014 di Mario Draghi, che allora vestiva i panni di presidente della Bce. Proprio dal Wyoming, nove anni fa (era il 22 agosto 2014) Draghi anticipa le linee del QE, aprendo a un “vasto programma di investimenti europei” e “a politiche monetarie più morbide”.

Ma si ricordano anche i discorsi di Ben Bernanke, alla guida della Fed dal 2006 al 2014 (passando poi il testimone a Janet Yellen, attuale segretario al Tesoro Usa). Tra il 2007 e il 2009 i suoi interventi arrivano in momenti cruciali durante la crisi finanziaria, mentre quelli tra il 2010 e il 2012 anticipavano un nuovo ciclo di stimoli targati Fed: ad esempio il QE2 nel novembre 2010 e il QE3 nel settembre 2012.

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