Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bank of England, tassi alzati a record in 15 anni. Inflazione rimane un tarlo

Bank of England, tassi alzati a record in 15 anni. Inflazione rimane un tarlo

3 Agosto 2023 14:59

La Bank of England ha alzato i tassi UK di riferimento di 25 punti base al 5,25%, nuovo record in 15 anni. Il governatore Andrew Bailey ha avvertito che i tassi dovranno rimanere alti per i prossimi due anni, a causa dell’inflazione. Il nodo salari.

Così come la Bce e la Fed, la Bank of England lo ha fatto ancora: ha alzato i tassi di interesse per l’ennesima volta, in questo caso nel Regno Unito, per affossare la crescita dell’inflazione.

Un esito, quello della riunione della BoE, ampiamente atteso dagli analisti, alcuni dei quali avevano paventato una stretta monetaria ancora più forte.

E invece la Bank of England capitanata dal governatore Andrew Bailey ha alzato i tassi UK di 25 punti base.

La stretta, la 14esima consecutiva, ha portato il costo del denaro del Regno Unito al 5,25%, nuovo record degli ultimi 15 anni.

Bank of England: su tassi non è ancora finita. L’ansia per la crescita dei salari

La buona notizia è che l’intensità del rialzo dei tassi si è indebolita, dopo la stretta di 50 punti base dell’ultima riunione della BoE, arrivata nel bel mezzo di quell’alert bomba mutui esploso da un po’  in UK.

La cattiva notizia è che, nonostante il rallentamento dell’inflazione, la Bank of England ha avvertito le famiglie e le imprese sul fatto che i costi di finanziamento rimarranno alti per almeno i prossimi due anni.

‘Colpa’ dei salari, la cui crescita continua a confermarsi più che solida, al punto che la BoE esclude per i prossimi due anni l’arrivo di una recessione.

“Non credo che sia arrivato il momento di dire che sia tutto finito”, ha avvertito Andrew Bailey.

Per la Bank of England, l’ansia per l’inflazione permane soprattutto a causa dei dati relativi ai salari che, nel mese di maggio, hanno continuato a confermarsi più che solidi, mettendo a segno un rialzo, nel settore privato, pari a +7,7% su base annua.

E’ vero che, in generale, il tasso di inflazione UK ha rallentato il passo, in modo anche significativo, con il ritmo di crescita che si è attestato a giugno al 7,9%, rispetto al +8,7% di maggio, al minimo degli ultimi 15 mesi.

Tuttavia, il rialzo dei prezzi di quasi l’8% su base annua continua a confermarsi quattro volte tanto il target del 2% che Bailey ha intenzione di centrare.

Bailey: tassi più alti stanno funzionando

La Commissione di politica monetaria della Bank of England ha fatto notare che “gli ultimi dati si sono confermati contrastati”.

“Tuttavia, alcuni indicatori chiave, in particolare quelli che riguardano la crescita dei salari, suggeriscono che alcuni rischi derivanti dalle pressioni inflazionistiche persistenti hanno iniziato a concretizzarsi”.

Bailey ha detto inoltre che “l’economia del Regno Unito continua a confermarsi molto più resiliente (delle attese). Una buona notizia, che implica tuttavia che la politica monetaria UK sia coerente.

Tra l’altro, “sebbene sia salito, il tasso di disoccupazione rimane storicamente basso”.

Dunque, al fine di sconfiggere l’inflazione “e per farla tornare al target, dobbiamo continuare a preservare questo approccio di politica monetaria”.

Detto questo, “l’approccio può implicare diversi percorsi per i tassi di interesse”.

Ovvero?

Ovvero, si legge nel comunicato, la Commissione di politica monetaria “continuerà a monitorare attentamente le indicazioni relative alle pressioni inflazionistiche persistenti nell’economia, nel suo complesso, inclusi la rigidità delle condizioni del mercato del lavoro, il trend della crescita dei salari e l’inflazione dei prezzi dei servizi”.

Questo, ha confermato il governatore Bailey, “per essere certi che il tasso sia restrittivo per un periodo lungo tale da far tornare l’inflazione al target del 2% in modo sostenibile, nel medio termine”.

In ogni caso, “i tassi di interesse più alti stanno funzionando” nel far rientrare l’inflazione. Tanto che l’inflazione, secondo il banchiere centrale, scenderà al 7% circa (dato di luglio che sarà reso noto tra due settimane) per poi sfiammarsi fino al 5% nel mese di ottobre. Ma, anche in questo caso, la battaglia contro la crescita dei prezzi non si è ancora conclusa.

Bank of England: il commento degli analisti

Così Jamie Niven, Senior Fund Manager della divisione Fixed Income di Candriam, commenta l’annuncio arrivato oggi dalla Bank of England:

“Il rialzo di 25 punti di oggi è in linea con le opinioni del mercato e degli economisti pre-riunione. Da questa decisione si evince che il Comitato di politica monetaria (MPC) è favorevole a un approccio cauto per quanto riguarda ulteriori rialzi e dà l’impressione che gli attuali tassi restrittivi siano vicini al picco atteso”.

“Tuttavia – continua Niven – sarebbe stato pericoloso comunicare solo questo, dato il suo potenziale impatto sulle condizioni finanziarie, e quindi il Comitato preferisce lasciar intendere di volere tassi più alti più a lungo, piuttosto che un tasso terminale più alto seguito poi da tagli. Riteniamo che gli attuali livelli restrittivi avranno un impatto maggiore sulla crescita, portando infine a tassi più bassi di quelli attualmente considerati dalle aspettative del mercato.”

Ha detto la sua anche Nick Chatters, Investment Manager di Aegon AM, riguardo la decisione odierna della Bank of England:

“Perché un rialzo di 25 e non 50 punti base? La risposta è semplicemente legata ai dati: la Banca d’Inghilterra vede i dati più contrastanti rispetto all’ultima riunione, con la debolezza dei sondaggi PMI e la mancanza di un dato negativo sull’inflazione, anche se i salari sono ancora fastidiosamente alti. La BCE e la Fed sono diventate dipendenti dai dati, il che probabilmente pone fine ai loro cicli di rialzo; è forse questo il segnale che la Banca d’Inghilterra si è unita all’equipaggio? Dicono non ci sia un “percorso presunto dei tassi da qui in poi”.