Tassi Bot sotto zero, rischio Italia svanito? Domani maxi-asta Btp dirà di più
Esame di gennaio superato a pieni voti dall’Italia. Manca ancora l’ultimo tassello rappresentato dall’asta di Btp e CCTeu per massimi 8 miliardi, ma i riscontri arrivati nelle ultime settimane vedono Bot e Btp tornati in auge tra gli investitori con il boom della domanda per il nuovo Btp a 15 anni (richieste per 35 miliardi di euro a fronte di un’emissione di 10 miliardi) che ha segnato una svolta in positivo.
Oggi è arrivata un’ulteriore conferma con il ritorno sotto zero dei rendimenti medi di assegnazione del Bot semestrale. Tassi sotto zero che non si vedevano da aprile 2018, ossia poche settimane prima dell’emergere dell’ipotesi di un accordo di governo tra Lega e M5S che portò, da metà maggio in avanti, all’impennata delle tensioni sull’Italia con spread arrivato a 320 pb in autunno quando le tensioni con l’UE sono arrivate ai livelli massimi. A prescindere dallo spread, il costo effettivo del finanziamento del debito è sceso in maniera ancora più marcato con il tasso del Btp decennale giù di oltre 100 punti base dai picchi autunnali. Lo spread attualmente viaggia sui minimi da settembre 2018.
Asta Bot testimonia anche boom della domanda
Il Tesoro ha assegnato titoli a sei mesi per complessivi 6,5 miliardi di euro. Il rendimento medio di assegnazione è stato di -0,025%, in netto calo dallo 0,215% dell’asta precedente. Si tratta del rendimento più basso da aprile 2018 per quanto concerne i titoli a sei mesi.
Indicazioni molto forti dalla domanda che è stata di 11,83 miliardi. Il rapporto di copertura è stato pari a 1,82 volte, in netto aumento dall’1,33 precedente.
Test finale di gennaio con in asta Btp e CCTeu per massimi 8 mld
Domani sarà il turno dell’ultima asta del mese, con l’offerta di Btp e CCTeu fino a 8 miliardi di euro. In collocamento il Btp decennale con scadenza dicembre 2028 e cedola annuale del 2,8% per un importo compreso tra un minimo di 2 miliardi e un massimo di 2,5 miliardi. Ammontare compreso tra 2,25 e 2,75 miliardi per il Btp a 5 anni (scadenza ottobre 2023) con cedola 2,45%. Infine prevista l’emissione anche di CCTeu con scadenza gennaio 2025 per 2,25-2,75 miliardi.
Le sfide dei prossimi mesi
Questa settimana vanno in scadenza circa 50 miliardi tra titoli e cedole, tra cui un BTP per un importo di circa 23 miliardi di euro. Secondo Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim, la buona domanda già evidenziata nelle precedenti aste si confermerà, mentre dalla prossima settimana si potrebbe invece assistere ad una temporanea fase di rialzo dei tassi, che potrebbe partire dagli Stati Unti nel caso in cui, l’enfatizzazione di eventuali manovre sul bilancio della Fed nella conferenza stampa di mercoledì, desse luogo alla prosecuzione del rally dei listini azionari a danno dei bond.
Cautela che predica Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit, Hedge Invest Sgr: “Nonostante i discorsi accomodanti delle banche centrali, il quantitative tightening continuerà e nel 2019 le banche centrali diventeranno venditrici nette di attivi su base aggregata, per la prima volta in più di 10 anni. In questo contesto, gli effetti più acuti del quantitative tightening si verificheranno in Europa, dove si creerà un disequilibrio tra le offerte di titoli e la domanda del mercato”. Lanza si aspetta quindi un allargamento sia degli spread governativi, ad esempio in Francia e Italia, sia societari.
Economista Bloomberg avvisa: Italia osservato speciale per diversi trimestri, se non anni
Il 31 gennaio sarà un giorno importante perchè l’Istat diffonderà i dati sul PIL del quarto trimestre 2018 e se le attese saranno confermate (consensus indica -0,1% t/t) l’Italia sarà ufficialmente in recessione tecnica (due trimestri consecutivi di crescita negativa). Le stime del governo sono di un +1% del PIL quest’anno, ma le ultime stime di Fmi e Bankitalia sono più prudenti (+0,6%).
Brusco rallentamento economico che se si confermerà anche quest’anno potrebbe rendere arduo per l’Italia rispettare gli obiettivi di bilancio concordati con l’UE. David Powell, economista senior dell’area dell’euro per Bloomberg Economics, rimarca oggi come il rischio più grande per l’Italia è il budget 2020: “Se quest’anno ci sarà molto scostamento di bilancio a causa di una crescita più debole del previsto o addirittura una riscossione, Bruxelles tornerà a chiedere ulteriori tagli. Questa mossa non sarebbe accolta bene a Roma”. Inoltre, argomenta l’economista, se i partiti populisti ottengono forti consensi alle elezioni europee di maggio, il governo italiano sarà meno disposto a scendere a compromessi nei negoziati in sede di redazione della legge di bilancio 2020.
Powell rimarca come una profonda recessione in tutta l’area dell’euro avrebbe grandi conseguenze per l’Italia: “Quando un paese si trova su un enorme quantità di debito, non ci vuole molto per capovolgere il carrello delle mele. Aspettatevi che l’Italia rimanga al centro dell’attenzione per diversi trimestri, se non anni”.
Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha sottolineato nel discorso tenuto ieri che il debito viene prodotto da decisioni politiche dei governi e un paese perde sovranità con debito troppo alto”.