Austerity addio per la Grecia, Tsipras vara aumento salario minimo dell’11%
Nuovo passo tangibile della Grecia verso la fine dell’austerità imposta durante la crisi del debito. Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, ha annunciato il primo aumento del salario minimo del paese in quasi un decennio; il salario minimo mensile aumenterà dell’11%, passando da 586 euro a 650 euro. Cacellata anche la misura che prevedeva per i giovani under 25 una retribuzione minima ancora più bassa (518 euro). “Un aumento che rinvigorirà l’economia reale”, ha detto Tsipras che vuole mettere a segno la prima misura importante del programma sociale di Syriza in vista delle elezioni politiche del prossimo autunno.
Tsipras tenta risalita in vista di elezioni
Tsipras deve recuperare terreno in quanto i sondaggi danno l’opposizione di centrodestra di Nea Demokratia avanti di 9 punti percentuali; il recente accordo sulla Macedonia, osteggiato dalla maggioranza della popolazione, ha acuito le difficoltà del partito di sinistra, al potere dal 2015.
Gli aumenti salariali sono stati concordati con i creditori dell’UE che continuano a monitorare i progressi fiscali di Atene. Per entrare in vigore la misura dovrà essere votata dal parlamento a febbraio.
Nuovo inizio dopo 10 anni di austerity
La Grecia si giova del maggiore margine di manovra dopo l’uscita dal commissariamento sotto la troika. Ue, Fmi e Bce – in cambio dei 300 miliardi di prestiti al paese – avevano imposto nel 2012 il taglio della retribuzione minima del 22%, riducendo la busta paga a 600 mila lavoratori greci. Per i giovani sotto i 25 anni la retribuzione minima era scesa a 518 euro.
Già fine 2018 il governo aveva annunciato il taglio della tassa sugli immobili e la distribuzione di 710 milioni alle fasce più deboli della popolazione. Risorse arrivate dal surplus di bilancio superiore alle previsioni.