Tassa in vista per le banche europee: al G20 nasce il fondo anti-crisi
“I criteri di calcolo sono ancora incerti per quanto riguarda anche semplici voci come quella dei depositi, degli asset, della profittabilità, della leva finanziaria – osservano gli analisti di una primaria sim milanese che preferiscono mantenere l’anonimato – . L’eventuale accettazione da parte delle banche di tale tassa potrebbe aprire la strada ad un rinvio dell’applicazione di Basilea III”.
Ad aprile il Fondo aveva, infatti, presentato una prima proposta che tuttavia non era riuscita a raccogliere il consenso della comunità internazionale. Di qui è decollata la decisione di disegnare una nuova soluzione. E adesso appare essere sempre più necessario dare una risposta corale perché l’attesa ripresa potrebbe avere ancora una volta vita breve.
La crisi greca ha lanciato un monito severo per ridurre i deficit di bilancio degli Stati dell’eurozona. Lo scossone partito dal Partenone e i rischi di contagio per altri Paesi europei ha indotto le nazioni del G20 a un giro di vite sul rigore per i conti pubblici. La costituzione del fondo anti-crisi si annuncia come il primo passo per togliere dal mercato quel velo d’incertezza che troppe volte negli ultimi mesi ha sconvolto le Borse.