Super Martedì da brivido: la minaccia Bernie Sanders inquieta Wall Street
Quattordici gli Stati che saranno coinvolti nel Super Tuesday, il Super martedì che traccia con maggior certezza la strada verso le presidenziali perché attribuisce il 34% del totale dei delegati. Alabama, Arkansas, California, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont, Virginia) più le Samoa americane (isole del sud Pacifico) sono gli Stati che andranno al voto ognuno con un numero massimo di delegati.
I delegati sono distribuiti con un sistema proporzionale, una parte a livello statale e un’altra a livello distrettuale, con una soglia di sbarramento del 15%.
Sarà corsa a due tra Sandes e Biden?
“Crediamo che il Super-Tuesday possa confermare che la corsa per la nomination democratica sia una a due tra Bernie Sanders e Joe Biden. Uno scontro generazionale tra un movimento democratico giovane che sostiene le idee socialiste del senatore del Vermont e un establishment democratico più a favore del moderato Joe Biden, già vice- presidente durante l’amministrazione Obama” afferma Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia. “Riteniamo che, in un eventuale scontro con Trump, Joe Biden abbia più possibilità di vittoria rispetto a quelle di Bernie Sanders. Nonostante Biden sia meno carismatico di Sanders potrà contare sul voto dei moderati, oppositori del populismo di Donald Trump ma non volenterosi a passare alle idee radicali socialiste del senatore del Vermont. Chi vincerà la nomination avrà un’ulteriore argomentazione da sfruttare contro l’attuale presidente ovvero la superficialità che l’amministrazione Trump ha adottato per la gestione della diffusione del coronavirus” conclude Diodovich.
Secondo James Knightley di ING una vittoria alle primarie di Bernie Sanders, il cosiddetto “socialista democratico”, potrebbe alienare molti elettori centristi. Una buona performance nel ‘Super Tuesday’ da parte di Sanders potrebbe significare un vantaggio inattaccabile su Joe Biden e Mike Bloomberg nella corsa per essere il candidato democratico ad affrontare Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre.
Super Tuesday: chi sono i favoriti
Il ricco imprenditore Tom Steyer ha deciso di lasciare la corsa alla nomination democratica dopo lo scarso risultato ottenuto in South Carolina e a sorpresa è arrivato anche il ritiro di Pete Buttigieg, sindaco di South Bend che ha deciso di lasciare la competizione dopo i pessimi risultati registrati in Nevada e in South Carolina. I candidati favoriti Stato per Stato, secondo quanto riporta IG sulla base di una rielaborazione dati del blog FithyThirtyEight, sono:
- Alabama JOE BIDEN
- American Samoa BERNIE SANDERS
- Arkansas SANDERS – BIDEN – BLOOMBERG
- California BERNIE SANDERS
- Colorado BERNIE SANDERS
- Maine BERNIE SANDERS
- Massachusetts SANDERS – WARREN
- Minnesota SANDERS – KLOBUCHAR
- North Carolina JOE BIDEN
- Oklahoma SANDERS – BIDEN – BLOOMBERG
- Tennessee JOE BIDEN
- Texas SANDERS – BIDEN
- Utah BERNIE SANDERS
- Vermont BERNIE SANDERS
- Virginia SANDERS – BIDEN.
Bernie Sanders nemico dei mercati?
Bernie Sanders è a favore di politiche che includono tasse più alte sui ricchi, lo spezzatino delle banche che vengono considerate “Too Big to Fail” e un salario minimo di 15 dollari l’ora. Il candidato democratico ha anche promesso, in caso di vittoria, di prendere di mira il settore farmaceutico, e la sua proposta più importante in questo senso è quella del “Medicare for All”.
Secondo il Re dei Bond, Jeffrey Gundlach, il crollo di fine febbraio di Wall Street – la settimana peggiore dal 2008 – è stato dovuto non solo al coronavirus, ma anche al fatto che il il mercato sta scontando la probabilità, superiore al 50%, che Bernie ottenga la nomination” alle primarie democratiche. Un altro nome ben noto nel mondo dell’alta finanza ha lanciato l’alert Bernie Sanders. Si tratta di Leon Cooperman, presidente e ceo miliardario di Omega Advisors. In una recente intervista rilasciata alla Cnbc, Cooperman ha detto che il senatore democratico del Vermont potrebbe confermarsi una minaccia ben superiore a quella dell’emergenza del coronavirus. A suo avviso, la malattia provocata dal virus, ovvero il COVID-19, è semplicemente un problema di breve termine che, secondo le sue previsioni, farà il suo corso fino a smorzarsi del tutto entro il mese di giugno. Più potente invece la minaccia Sanders, sia per l’economia che per i mercati.