Notizie Notizie Italia Sul Pil 2018 l’ombra lunga del rischio politico post-elezioni, possibile freno anche da euro forte

Sul Pil 2018 l’ombra lunga del rischio politico post-elezioni, possibile freno anche da euro forte

14 Febbraio 2018 14:07

Il Pil dell’Italia mai così bene dal 2010 nonostante il rallentamento evidenziato nell’ultimo trimestre dell’anno. I dati odierni dell’Istat hanno deluso solo in parte e gli esperti continuano a guardare con moderato ottimismo ai prossimi trimestri anche se non mancano le incognite. A partire dall’appuntamento con le elezioni politiche del 4 marzo. Un esito delle urne incerto è visto come un potenziale freno all’attuale forza della congiuntura tricolore.

 

L’Italia quest’anno è chiamata a confermarsi in buono stato di salute e le stime sono per un ritmo di crescita sostanzialmente invariato rispetto al 2017. Fabio Fois, economista di Barclays, stima il Pil italiano continuare ad espandersi ad un ritmo solido nei prossimi trimestri riaccelerando a +0,4% tra il primo e il secondo trimestre di quest’anno rispetto al +0,3% con cui ha chiuso l’ultimo scorcio di 2017 (peggio rispetto al +0,4% del consensus). “La forte fiducia delle imprese, la produzione industriale e i dati sul mercato del lavoro – argomenta Fois – suggeriscono che l’economia poggia su una base solida, guidata principalmente dai consumi privati ​​e, seppur in misura minore, dagli investimenti”.

 

Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo: “Il PIL può riguadagnare velocità in termini congiunturali già dal trimestre in corso, a 0,4% t/t”. L’economista di Intesa Sanpaolo, che indica un +1,3% del Pil nel 2018, non esclude però qualche ostacolo all’orizzonte. “Non è da escludere che nel corso dell’anno un effetto negativo derivante dal cambio forte o dall’eventuale incertezza politica possa manifestarsi”.

 

Secondo la stima preliminare dell’Istat, il Pil nel 2017 è aumentato dell’1,5% (dell’1,4% se calcolato sui dati trimestrali grezzi), confermando l’accelerazione in atto dell’economia italiana. Guardando infatti la serie storica degli incrementi degli ultimi anni, emerge chiaramente che dopo un’inversione di tendenza a cavallo tra il 2013 e il 2014 il Pil è cresciuto dello 0,2% nel 2014, dello 0,9% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016 ed ora dell’1,5% nel 2017. Si tratta della crescita più alta degli ultimi sette anni, ma ancora sotto i livelli pre-crisi: è del 5,7% al di sotto del livello registrato nel 2008.

La variazione acquisita per il 2018, ha fatto sapere Istat, è pari a +0,5%.

 

“L’accelerazione in atto e in particolare il buon risultato del 2017 – sottolinea Secondo il Centro Studi Promotor (CSP) – dipendono in buona misura dall’andamento dell’economia mondiale che è in forte sviluppo, con una crescita del commercio del 4,4% a fine novembre e con una previsione di incremento del 3,9% per l’intera economia del mondo nel 2018”.

 

Il quarto trimestre ha visto un lieve rallentamento a +0,3% t/t. “Il rallentamento non è sorprendente visto il minor vigore dell’attività industriale negli ultimi tre mesi dell’anno”, commenta Paolo Mameli.