Notizie Notizie Mondo Strauss-Kahn riaccende la spia rossa sulla ripresa. Caos in Egitto, crolla la Borsa di Amman

Strauss-Kahn riaccende la spia rossa sulla ripresa. Caos in Egitto, crolla la Borsa di Amman

1 Febbraio 2011 14:00

Gli squilibri dell’attuale ripresa economica mondiale potrebbero gettare i semi di una nuova crisi. E’ il direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn, a far riaccendere la spia rossa nella testa degli investitori in una giornata di calma apparente sui mercati del Vecchio Continente. “La ripresa è in atto – ha precisato Strauss-Kahn – ma non è la ripresa che volevamo. È una ripresa tormentata da tensioni che potrebbero gettare i semi di una prossima crisi”. “Con questi squilibri e tensioni fra i Paesi- ha spiegato il direttore generale del Fmi – potremmo vedere aumentare il protezionismo, mentre sul versante interno delle singole nazioni potrebbe aumentare l’instabilità politica e sociale”.

 

Poche parole, che fanno correre veloci i pensieri alle sommosse in Egitto, dove oggi in tutto il centro del Cairo, piazza Tahrir compresa, i manifestanti anti Mubarak scesi per le strade sarebbero due milioni. Mentre in Europa, almeno sui listini i nervi danno prova di forza, non si può dire la stessa cosa per la Giordania, dove la Borsa di Amman ha subito nelle contrattazioni di ieri una perdita di 700 milioni di dinari giordani, pari a circa un miliardo di dollari. Secondo quanto segnalato dal sito di Al Jazeera, l’incertezza sugli esiti degli eventi egiziani è a per l’esperto economico Mazen Rasheed la causa principale dei ribassi.

 

I mercati finanziari del Golfo – sottolinea Rasheed – sono quelli che hanno subito maggiori perdite a causa delle eventuali ripercussioni degli eventi egiziani sulle forniture di petrolio tramite il canale di Suez. Ma non solo. Ripercussioni si sono viste in Europa, sul prezzo del petrolio. Il prezzo del Brent già ieri sera a Londra è balzato sopra la soglia dei 100 dollari al barile, il livello più alto degli ultimi due anni. In questo caso gli investitori temono che le rivolte di piazza dell’Egitto possano provocare la chiusura del canale di Suez, snodo importante per il trasporto del petrolio e hanno spinto all’insù il prezzo del greggio europeo. Oltre un milione di barili di greggio transitano, infatti, ogni giorno dal Mar Rosso al Mediterraneo.

C’è chi anche osserva che una bolletta energetica più pesante potrebbe avere riflessi sulla ripresa dell’economia, già messa alla prova da un’inflazione in crescita. Qualche indicazione in tal senso potrebbe arrivare dal discorso che il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet terrà a Milano fra qualche ora. Gli investitori cercheranno di capire se il numero uno della banca centrale assumerà un atteggiamento falco, parlando della possibilità di usare la leva dei tassi per frenare l’inflazione risorgente. L’aumento dei tassi è, infatti, uno dei principali strumenti a disposizione delle banche centrali per la lotta contro l’inflazione. Secondo la maggior parte degli economisti contattati da Finanza.com la stretta dovrebbe partire solo a fine 2011. Tsutomu Soma, dealer della Okasan Securities, è convinto che non sia molto realistico pensare a un rialzo dei tassi della Bce, mentre la regione è ancora alle prese con problemi di debito e la confusione politica in Egitto potrebbe peggiorare in qualsiasi momento.