Lo Stato mette un piede anche in Deutsche Bank
Dopo Commerzbank lo Stato tedesco si appresta a entrare, seppur in via indiretta, anche in Deutsche Bank. E’ questo l’effetto più dirompente della revisione dei termini della transazione con cui Deutsche Bank salirà nel capitale di Deutsche Postbank, la divisione bancaria delle poste tedesche.
A differenza di un primo accordo chiuso in settembre, che prevedeva l’acquisto da parte di Deutsche Bank di una quota del 29,75% di Deutsche Postbank per un esborso di circa 2,8 miliardi di euro, i nuovi termini prevedono che Deutsche Bank acquisisca 50 milioni di titoli Postbank, pari a una quota del 22,9% anche attraverso uno scambio azionario. Come conseguenza Deutsche Post salirà a circa l’8% del capitale di Deutsche Bank.
Non un effetto da nulla visto che la controllante Deutsche Post (con il 62% del capitale) è impresa ancora per il 30% sotto il controllo dello Stato tedesco. L’accordo Db-Dp dà dunque vita a una parziale nazionalizzazione di Deutsche Bank dopo che settimana scorsa il governo di Berlino aveva deciso a sorpresa di acquistare il 25% più un’azione di Commerzbank al fine di facilitare la fusione con Dresdner Bank.
L’operazione dunque sembra centrare diversi obiettivi. Da un lato Deutsche Bank riesce nel tentativo di adeguare il prezzo della transazione a valori più in linea con quelli attuali dei titoli Postbank, dall’altro il governo di Angela Merkel interviene con una nuova operazione di stabilizzazione, nonostante Deutsche Bank sia stata fino a oggi una delle banche tedesche meno colpite dalla crisi finanziaria. Occorre però sottolineare che proprio questa mattina la banca guidata da Joseph Ackermann ha reso noto di prevedere per gli ultimi tre mesi del 2008 una perdita di 4,8 miliardi di euro, che porterebbe il rosso del 2008 a circa 3,9 miliardi di euro.