Notizie Dati Macroeconomici Stati Uniti: mercato del lavoro tra luci e ombre, bene le payrolls ma deludono i salari

Stati Uniti: mercato del lavoro tra luci e ombre, bene le payrolls ma deludono i salari

4 Marzo 2016 14:30
Luci e ombre sul mercato del lavoro degli Stati Uniti. A febbraio, secondo i dati del dipartimento del lavoro americano, le non-farm payrolls Usa (la variazione delle buste paga, ossia del numero di occupati, nel settore non agricolo) si sono attestate a 242mila unità, in deciso miglioramento rispetto al mese precedente e ben superiore alle aspettative del consensus ferme a un +195mila. Rivisti leggermente in rialzo anche i dati dei mesi precedenti: quello di dicembre è stato alzato a +271mila (da +262mila), quello di gennaio a +172mila (da +151mila). In linea con le attese il tasso di disoccupazione che si è confermato al 4,9%, mentre il tasso di partecipazione al lavoro ha registrato un lieve rialzo al 62,7% dal 62,6%. Il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato al 15,6%. Indicazioni deludenti sono arrivate invece dai salari. A febbraio il salario medio orario è risultato in crescita del 2,2%, in calo rispetto al dato di gennaio (+2,5%) e sotto il +2,5% delle attese di consensus. Su base mensile si è registrato un calo dello 0,1% rispetto al +0,5% di gennaio (consensus era +0,2%). E’ il minore tasso di crescita da metà 2015.  
La reazione del mercato
La reazione del mercato si è tradotta in un rafforzamento temporaneo del dollaro, con il cambio euro/dollaro in avvicinamento a 1,09, un’accelerazione temporanea delle borse (già annullata) e vendite sui Treasury, grazie al dato molto positivo sulla creazione di posti di lavoro. “Nonostante l’iniziale ottimismo ci aspettiamo un possibile calo del biglietto verde – commentano a caldo da IG – perché valutando con maggiore attenzione le cifre macroeconomiche il dato sulla crescita dei salari è stato particolarmente deludente. Il ribasso dello 0,1% m/m (3 centesimi da 25,38 dollari a 25,35 dollari) è stato il primo calo dal dicembre 2014, mostrando che l’economia americana ha ancora qualcosa da sistemare”. Gli fa eco Mps Capital Services, secondo cui la frenata dei salari lascia aperti i dubbi su un possibile rialzo dell’inflazione nei prossimi mesi.
Cosa farà la Federal Reserve?
A questo punto la domanda nasce spontanea: cosa aspettarsi dalla Federal Reserve sul fronte dei tassi di interesse? “La banca centrale del Paese a stelle e strisce manterrà, a nostro avviso, una posizione accomodante ancora a lungo, per rialzare i tassi d’interesse per una seconda volta di 25 punti base (da 0,50% allo 0,75%) alla fine dell’anno”, rispondono da IG. 
“Un rialzo dei tassi nella riunione di marzo rimane fuori discussione, a nostro avviso – sostengono gli esperti di ING – E queste indicazioni miste rendono poco chiaro quali saranno le mosse della Federal Reserve anche nel più lungo termine. Alla fine, dopo aver digerito questo rapporto, crediamo sarà necessario vedere un altro mese o due di dati per avere un’idea ragionevole di ciò che sta accadendo sul mercato del lavoro degli Stati Uniti. Per il momento, queste indicazioni ci confondono, e abbiamo il sospetto, che confondano anche la Federal Reserve”.