Stati Uniti: Fed pronta al rialzo dei tassi, ma che farà nel 2017?

Dopo la Bce, che ha sorpreso con un’estensione del programma di Quantitative easing più basso ma più lungo (leggi QUI), ora tocca alla Federal Reserve. Nella sua ultima riunione dell’anno la banca centrale americana annuncerà con molta probabilità un rialzo dei tassi, già ampiamente anticipato. Tuttavia lo sguardo del mercato si rivolge già all’anno prossimo su cui pesa l’incognita dell’amministrazione Trump.
Un rialzo dei tassi da parte della Fed sembra ormai certo, considerati i buoni dati economici. I mercati stanno prezzando al 95% la possibilità di un rialzo del costo del denaro rispetto all’attuale intervallo di 0,25-0,5% a 0,5-0,75%. La domanda più importante, però, è cosa farà la Fed nel 2017 e gli operatori cercheranno indizi in questo senso nella conferenza stampa della governatrice Janet Yellen, che seguirà l’annuncio di politica monetaria. “Pensiamo che la Fed possa restare relativamente accomodante nei primi mesi dell’anno, considerato che l’apprezzamento del dollaro e l’aumento nei rendimenti dei bond nei mesi passati, in realtà, hanno già fatto una parte del lavoro che intendeva fare la Fed in termini di politiche restrittive”, sostiene Valentijn van Nieuwenhuijzen, chief strategist e head of multi asset di NN Investment Partners.
Tuttavia la politica della Fed potrebbe dipendere dalle misure che l’amministrazione Trump metterà in campo, in particolare dal mix di allentamento fiscale e politiche protezionistiche. Un deficit fiscale maggiore porterebbe a una crescita più alta e probabilmente anche a una più alta inflazione, in un contesto in cui l’economia degli Stati Uniti si sta già muovendo quasi in linea con il suo potenziale. Questo potrebbe dunque spingere l’istituto centrale a reagire aumentando i tassi d’interesse più velocemente di quanto non intendesse fare prima delle elezioni.
Da non sottovalutare nemmeno il fatto che la composizione del Fomc, il braccio operativo della Fed, cambierà nei prossimi due anni. Trump dovrà nominare due governatori della Fed nel breve termine, perché ci sono due seggi vacanti nel board. Inoltre, il mandato della Yellen finirà all’inizio del 2018 ed è piuttosto probabile che Trump la sostituirà con un repubblicano. “Ci sono molti economisti repubblicani altamente qualificati e se uno di loro fosse nominato presidente, non ci sarebbe motivo di preoccuparsi – ha commentato l’esperto di NN IP – Al limite la Fed potrebbe diventare un po’ più aggressiva”. Il vero rischio, secondo lui, è che Trump nomini un outsider con idee molto diverse riguardo alle politiche monetarie, generando molta più incertezza sui mercati.