Notizie Notizie Italia Spread si allarga dopo asta BTP, rischio elezioni in agguato. Banche e Telecom sotto stress a Milano

Spread si allarga dopo asta BTP, rischio elezioni in agguato. Banche e Telecom sotto stress a Milano

13 Febbraio 2018 13:06

Peggiora il passivo di Piazza Affari che a metà giornata fa i conti con l’ascesa dello spread susseguente all’esito dell’asta Btp. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund è salito fino a un soffio da quota 140 in coincidenza con l’asta Btp che ha comunque visto una solida domanda e rendimenti sotto controllo. Alle 12:59 lo spread si attesta a 132 punti base, comunque in deciso aumento del 5% circa rispetto ai livelli di avvio giornata (127 pb).

Il Tesoro ha collocato titoli a 3, 7 e 30 anni per un ammontare vicinissimo al target massimo (7,672 miliardi rispetto ai massimi 7,75 mld) con rendimenti in lieve salita rispetto alla precedente asta. Nel dettaglio collocati Btp a tre anni per 2,5 mld al rendimento medio dello 0,05% con domanda per 4,132 miliardi (bid to cover di 1,65). Allocati poi Btp a 7 anni per 2,927 miliardi con domanda per 4,017 mld (bid to cover di 1,37) e rendimento medio di assegnazione dell’1,43%. Infine il Btp trentennale con scadenza 2048 ha visto l’allocazione di titoli per 2,25 miliardi al rendimento medio del 3,16%. Il bid to cover è stato di 1,33.

L’avvicinarsi delle elezioni del 4 marzo rende il mercato italiano ì più nervoso dopo che nelle scorse settimane si era assistito a un restringimento dello spread sotto la spinta dell’ottimismo per un esito favorevole. Il rischio è che il mercato abbia sottostimato fino ad oggi l’eventualità di uno stallo post elezioni.

 

Piazza Affari debole con banche e Telecom Italia

A Piazza Affari il Ftse Mib cede oltre l’1% a a quota 22.105 punti. Il mercato guarda con attenzione ai dati in arrivo domani sull’inflazione statunitense al mese di gennaio (consensus +1,9% dal +2,1% precedente) che potrebbero contribuire a smorzare le preoccupazioni su un surriscaldamento dei prezzi che renderebbe la Fed più aggressiva sui tassi.

Tra le banche niente rimbalzo di Ubi Banca (-2,8%) che ieri aveva pagato dazio compici le voci di mercato di una possibile aggregazione con Mps. Il gruppo bergamasco ieri sera ha smentito tali ipotesi. Cali marcati anche per Unicredit che cede oltre il 2%.

Seduta difficile per Telecom Italia (-1,96%) con il mercato che continua a guardare ai prossimi sviluppi sul fronte scorporo della rete. Ieri l’ad Amos Genish ha chiarito in un incontro con i sindacati che per la nuova entità che nascerà dallo spin-off della rete non è prevista una fusione con Open Fiber e neanche un’Ipo. Le indiscrezioni odierne vedono inoltre tempi lunghi sulla rete. Con il cda del prossimo 6 marzo che probabilmente si limiterà a iniziare a parlare di progetto di separazione volontaria della rete d’accesso in una newco controllata da Telecom Italia con circa 20.000 dipendenti.